Alfredo Romio

“Do the artist, not the lawyer, because it’s more funny”

Alfredo Romio ha un background in conservatorio e, dopo aver frequentato l’Accademia di Catania, sta completando il suo ciclo di studi a Brera. Porta con se uno stile riconoscibile e originale, che unisce le tradizioni, il contemporaneo e un pizzico di ironia.

PARLAMI DI TE

Do the artist, not the lawyer, because it's more funny 👨‍🎨 
Alfredo Romio

Do the artist, not the lawyer, because it’s more funny

-Allora, raccontaci un po’ da dove vieni, chi sei?

Mi chiamo Alfredo Romio e vengo da una piccola città che da poco si chiama Corigliano – Rossano, ma prima della fusione si chiamava semplicemente Corigliano Calabro. Dal sottotitolo “Calabro” si può quindi intuire la mia origine meridionalissima.

-Quanti anni hai? Ti rispecchi in questo numero o ti senti di una differente età?

Tecnicamente ne avrei ancora 24. C’è chi mi chiama vecchio e chi mi chiama immaturo, io so solo di preferire un’ Abbazia diroccata ad una discoteca, sebbene lo spettro dei venticinque anni cominci a pesarmi terribilmente. 

Mary of Seven Sorrows - ALFREDO ROMIO ⚔️ Maria dei Sette Dolori.
Mary of Seven Sorrows – Maria dei Sette Dolori.

Se dovessi usare solo tre parole per descriverti, quali useresti?

Direi eclettico, meditativo, magari isterico.

Cosa fai nella vita?

Sono uno studente, ma ancora per poco. Presto le porte degli studi accademici si chiuderanno e si apriranno quelle del mondo vero, in cui mettere in pratica la vita intera passata finora a studiare.

- Temptation of Christ in the desert - ALFREDO ROMIO - QUARESIMA - Tentazione di Cristo nel deserto
Temptation of Christ in the desert – QUARESIMA – Tentazione di Cristo nel deserto

INTERESSI

Parliamo un po’ di interessi personali, qual è il tuo genere musicale preferito? C’è un film che secondo te tutti dovrebbero vedere?

La questione del genere musicale preferito è molto complicata, poiché prima di fare l’artista avrei voluto fare il musicista e il compositore. Compongo e suono ancora ma in conservatorio mi dicevano che suonavo “come uno zingaro” (che nell’ambito violinistico non ha un valore politico, ma proprio stilistico, che per suonare Bach non va bene). Oserei dire quindi che il genere che preferisco è quello del Llibre Vermelle de Montserrat, una collezione di Canti Medievali liturgici e profani davvero estivi. E da qui mi collegherei al film che dovrebbe essere obbligatorio per legge, senz’altro Il Gobbo di Notre Dame della Disney, un imponente, sconvolgente, magnifico film d’animazione che parla di religione, razzismo, sessualità, tutto sotto gli occhi spietati della Cattedrale per eccellenza. 

  • L’esposizione del 7 Febbraio, allo Spazio HUS in via San Fermo 19, per “Laboratorio Espositivo - Il valore dell’arte” -Alfredo Romio
    L’esposizione del 7 Febbraio, allo Spazio HUS in via San Fermo 19, per “Laboratorio Espositivo - Il valore dell’arte”

-Che tipo di arte preferisci? (da andare a vedere, fotografia, pittura, antica moderna contemporanea etc.) C’è un artista contemporaneo che consideri assoluto?

Quando i “vecchi amici” come Caravaggio, Antonello o Ingres sono in città, è sempre un piacere andarli a salutare, ma lo studente d’arte, il Braidense in particolare, ha un dovere verso se stesso e questo dovere consiste nel confronto con gli artisti viventi. Senz’altro la forme d’arte contemporanea che trovo più stimolante è l’installazione, poiché può fondere pittura, scultura, video e chi più ne ha, più ne metta. Uno degli artisti che apprezzo di più è probabilmente Bill Viola, che con il video passa dal semplice tableau vivant fino a riprendere la sua stessa madre nel momento in cui muore.

-Hai interessi al di fuori del mondo artistico?

Se per arte si intende l’ambito strettamente “professionale”, allora si, ho alcuni interessi extracurricolari. Come dicevo in precedenza, l’altra faccia della mia medaglia appartiene ad un musicista, ed è un’attività che non rimane chiusa nel cassetto. Avendo passato i miei anni universitari in residenza, ho sempre organizzato dei concerti di fine anno. I primi erano raffinati e virtuosistici, ma con il passare degli anni si sono inserite trame sempre più contorte fino al culmine raggiunto durante l’ultimo concerto di Natale, con Il Canto di Lambrate – Musical Natalizio Semitrash, reperibile su internet. Esiste poi un interesse più “privato”, quello di realizzare cortometraggi epico-demenziali, con impostazioni da kolossal Hollywoodiano realizzati però con mezzi che definire “artigianali” sarebbe clemente. Purtroppo questi non sono reperibili su internet, poiché i miei attori mi impediscono di divulgare questi capolavori cinematografici. 

Annunciation - Alfredo Romio - Annuciazione
Annunciation – Annuciazione

ARTE

-Parlando della tua passione per l’arte, ci sarà stato un evento scatenante o un qualcosa che ti ha portato ad avvicinarti, e a scegliere questo tipo di carriera; ti ricordi il momento in cui hai iniziato ad approcciarti con la tua forma artistica? Cosa ti ha colpito così tanto da farla diventare il tuo principale metodo di espressione?

Da piccolo ero un bambino iperattivo, a quanto pare uno dei modi per tenermi buono era darmi colori e fogli. Mi creavo i cattivi dei film Disney con la carta e li ritagliavo per giocarci, dato che i loro modellini non erano in commercio. Una maestra si accorse della cura che mettevo nei miei disegnini e consigliò a mia madre di mandarmi ad una scuola di pittura nel centro storico. Dovetti abbandonare il conservatorio per ricordarmi di aver passato anni e anni in quella scuola di pittura e che quella poteva essere la strada giusta. Che poi attualmente io abbia scelto di rimanere nella bidimensione del “dipinto”, ciò riguarda soprattutto il concetto di limite: almeno per adesso, nei quattro lati della superficie pittorica sento di avere più libertà e più potere che nelle tre dimensioni dello spazio, le quali sono ancora troppo inesplorate per me.

-C’è qualcosa da cui prendi ispirazione per i tuoi progetti artistici non lavorativi?

Penso che il vantaggio di essere “un artista” riguardi soprattutto che ogni momento della propria giornata sia prezioso, dal programmaccio televisivo che guardi al mattino mentre prendi il caffè fino alla colluttazione che cerchi di evitare passando di notte nella strada sbagliata. Perché ad ogni azione corrisponde una reazione e, in effetti, un artista non fa che tradurre in materia concreta il suo modo di reagire al mondo intorno a lui. Quindi anche in questo momento, mentre rispondo a queste domande, sto effettivamente raccogliendo materiale che possa tornarmi utile per i miei progetti artistici. 

  • Saint John Paul II The Great - 🇵🇱 San Giovanni Paolo II Magno, Papa -Alfredo Romio
    Saint John Paul II The Great - 🇵🇱 San Giovanni Paolo II Magno, Papa

-Quale artista usi come modello di riferimento?

Vorrei poter dire che i miei modelli di riferimento siano completamente cambiati durante il mio percorso accademico, ma la verità è che tutto porta sempre a questo squisito duo, formato da Pierre e Gilles, due artisti francesi che uniscono all’iconografia tradizionale la spettacolare estetica Camp che, negli ultimi anni, sta tornando in auge. 

Hai fatto un percorso all’accademia di belle arti; come descriveresti questo viaggio, come ti sei trovato? Immaginiamo che questo percorso ti abbia lasciato qualcosa, degli strumenti di lavoro che utilizzi o delle influenze particolari.

Il percorso in Accademia è stato uno dei più formativi e incostanti che abbia mai affrontato. Inizialmente, all’Accademia di Belle Arti di Catania, ero arrivato convinto di poter sbarcare il lunario con le mie ideucce da ragazzino digiuno d’arte contemporanea; il mio professore di pittura non faceva altro che dirmi che, in sintesi, i miei lavori erano banali e brutti. Ho passato due anni a chiedermi perché lo fossero, fino a quando non ebbi un certo tipo di intuizione, e cominciai a maturare un senso estetico. In più compresi che arte non voglia dire per forza “fatto a mano”, e quando si capisce questo si apre un mondo infinito di strumenti, di possibilità, di effetti, di risultati così strabilianti che tutto diventa davvero un gioco. E quel professore fu il mio relatore della tesi.

Saint Paul VI with cathedral - San Paolo VI con duomo - ALFREDO ROMIO 👑 COLLEZIONE PRIVATA
Saint Paul VI with cathedral – San Paolo VI con duomo
collezione privata

-Per cosa sei conosciuto? 

A livello professionale, penso che il mio lavoro più famoso sia il San Paolo VI con il Duomo di Milano, ritratto del Papa selezionato dall’Arcidiocesi di Milano che divenne icona del progetto di collaborazione tra la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale e l’Accademia di Brera e, per questo motivo, fu mostrato anche durante la conferenza dei Vescovi Italiani. Attualmente si trova ancora in esposizione presso la Facoltà, ma presto il dipinto sarà collocato in una delle chiese di Milano fatte erigere da Montini.

– Perché fai quello che fai?

Quando mi facevo i cattivi della Disney con la carta era perché non li trovavo in negozio. Non voglio dire che la mia ricerca artistica sia già assolutamente autonoma e indipendente e diversa da quella dei miei illustri maestri, ma sento di aver scelto una strada creativa perché voglio essere io stesso a a riempire il vuoto dell’insoddisfazione tipico della mia generazione. 

Saint Irene and Saint Lucina helping Saint Sebastian at the World Congress of Families - ALFREDO ROMIO 🏹 Santa Irene e Santa Lucina soccorrono San Sebastiano al Congresso Mondiale delle Famiglie.
Saint Irene and Saint Lucina helping Saint Sebastian at the World Congress of Families – Santa Irene e Santa Lucina soccorrono San Sebastiano al Congresso Mondiale delle Famiglie. 

LAVORO

-Nel tuo lavoro, da cosa prendi ispirazione? 

Come dicevo prima, ogni avvenimento della giornata è materiale utile per fare dell’arte, poiché sono del parere che ogni artista, per avere credibilità, debba parlare di ciò che conosce e di ciò che vive. Per cui direi che il punto di partenza del mio lavoro sia quella sorta di memoria collettiva, fatta di religione e superstizione, di tragicità tipici del meridione, presi, rinfrescati e ridonati a chi probabilmente li sta dimenticando o deliberatamente ignorando. Ma per essere rinfrescati hanno bisogno di un bagno di pop, di tv, di cinema, di musica, di camp, di queer, di Disney, di Hollywood, di Hogwarts, di tutto ciò che un ragazzo della mia età vive per divertimento. Solo così si crea un prodotto che è una vera e propria emanazione del suo autore. 

-Ci racconteresti il tuo processo per arrivare a un’opera conclusa: parti da un concept, fai della ricerca specifica, o ti lasci trasportare dalle tue sensazioni?

Spesso e volentieri il mio lavoro parte da un’intuizione, una piccola idea che mi folgora in un momento non meglio definito della giornata, magari per strada mentre guardo un cartellone pubblicitario. Altre volte invece mi capita di vedere un viso interessante e di assegnargli il nome e la storia di qualche personaggio della cultura popolare, come un santo o un patriarca. Scelto il modello faccio uno schizzo a matita, che funge come guida per il servizio fotografico al quale il modello si sottoporrà. Scelta la foto migliore, questa viene trasferita sul computer dove avviene la parte più lunga del lavoro. Tramite Photoshop l’immagine in formato raw viene lentamente trasformata quasi fino ad assumere il suo aspetto finale. Viene poi stampata su diversi materiali, dipinta e infine, se necessario, intelaiata. Quindi, sebbene ci si affidi alle sensazioni che danno il lavoro nella sua interezza, prima di mandarlo alla stampa, in realtà di tratta di un lungo procedimento che parte dallo studio dell’episodio che si rappresenta e del comportamento  della foto nell’immagine e solo dopo una ventina di prove il lavoro si avvia verso l’ultimazione. 

  • L’esposizione del 7 Febbraio, allo Spazio HUS in via San Fermo 19, per “Laboratorio Espositivo - Il valore dell’arte”-Alfredo Romio
    L’esposizione del 7 Febbraio, allo Spazio HUS in via San Fermo 19, per “Laboratorio Espositivo - Il valore dell’arte”

-I social sono ormai la piattaforma ideale per un artista emergente per pubblicare i propri lavoro ed essere conosciuti; tu come vivi questa dimensione, e soprattutto, quanto la reputi importante per il tuo lavoro?

Non penso che la presenza sui social dei miei lavori sia determinante per il lavoro stesso, ma è anche vero che il confronto è vitale. Se i critici e i collezionisti non visitano su Instagram @van_alfred_art non significa che non lo visitino i miei colleghi o persone della mia età e la loro reazione è importante, il confronto con tutti è sempre vitale per ogni tipo di attività. 

-Se sei a Milano, come influisce su di te questa città? Il luogo in cui ti trovi ha un’influenza su di te e sulla tua opera?

Onestamente devo ammettere che il mio trasferimento nella città di Milano abbia determinato un ulteriore aggiornamento del mio linguaggio espressivo. Elementi come l’alta moda, i nuovi materiali e lo splendore si sono silenziosamente inseriti nei miei dipinti senza che io me ne rendessi esplicitamente conto. Contemporaneamente, quando d’estate mi trovo nella mia città, i colori in effetti si riscaldano e diventano quelli tipici delle sere sulla costa Ionica. 

18th hour - The rise to Calvary ✝️ ALFREDO ROMIO - 18ª Ora - La salita al Calvario.
18th hour – The rise to Calvary – 18ª Ora – La salita al Calvario.

-Cosa vuoi esprimere con le tue opere? Qual è il loro fine ultimo?

Penso che i miei dipinti pongano una domanda semplice e specifica: perché non entrambe le cose? Perché una cosa deve essere solo bianca o nera, solo buona o cattiva, solo vuota o piena, ma non può essere entrambe le cose nello stesso modo e con la stessa autenticità?  I miei lavori pongono questa domanda come soluzione a quella forma mentis che divide il mondo in due fazioni nemiche, ma che in realtà possono coesistere in armonia generando bellezza e serenità.

Saint Pius X - San Pio X Papa - ALFREDO ROMIO
Saint Pius X – San Pio X Papa

OBBIETTIVI

-I tuoi prossimi obbiettivi, progetti?

Tanto per cominciare cercherò di concludere degnamente gli ultimi mesi dell’ultimo anno dell’ultimo ciclo di studi Accademici. Uscito da Brera, mi catapulterò nel mondo degli adulti e farò tutto ciò che è in mio potere per entrare nel sistema dell’arte e forse ciò significherà lasciare l’Italia. Il mondo ha bisogno di artisti ma gli artisti devono darsi da fare se vogliono essere notati dal mondo. 

  • Ecce Homo, Gesù Cristo alla folla -Alfredo Romio
    Ecce Homo, Gesù Cristo alla folla

-Come e dove ti vedi tra cinque anni?

Una volta avrei saputo rispondere a questa domanda con molta semplicità, ma adesso mi auguro semplicemente di essere ancora tra i viventi.

-Infine, ci indicheresti tre giovani artisti, magari appena usciti da una scuola di Milano, che come te si differenziano dagli altri?

Il primo artista che mi viene in mente è un mio ex collega dell’Accademia di Catania, che sto cercando di trascinare a Brera, tale Salvo Rapisarda, un artista molto brillante, molto concettuale, totalmente diverso da me e per questo uno dei colleghi che stimavo di più. Un mio collega di Brera che poi stimo molto è Nicolas Steiner, artista che dota i suoi strati di colori di una forte vena espressionistica. Infine la mia carissima collega Roberta Moscheo, che con i suoi enormi volti formati da gestuali pennellessate di colore, sta ormai invadendo tutta Milano!

 


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