L’arte e l’anatomia
Claudia Schioppa ha una visione dell’arte estremamente completa.
“L’arte è in comunione con il tutto“, questo è il suo credo. Nei suoi lavori coniuga le sue due passioni: l’arte e l’anatomia. Il corpo infatti, nel suo senso più esteso, è il potente mezzo comunicativo che Claudia rappresenta nei suoi disegni, nella maniera più vera e provocatoria.
Black widow[/caption]PRESENTAZIONE
-Allora Claudia, raccontaci un po’ da dove vieni, chi sei?
Mi chiamo Claudia Schioppa, ho 25 anni ed ho conseguito il diploma in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Roma nel 2017. Nel 2019 ho realizzato la mia prima mostra personale presso il Sacromonte di Varese. Attualmente frequento il biennio specialistico in Terapeutica Artistica presso l’Accademia di Belle Arti di Brera.
–Di cosa ti occupi?
Principalmente di tutto ciò che concerne il Visual Art, pur pian piano avvicinandomi anche al contesto performativo.
INTERESSI
Ti piace la musica? Hai un cantante, gruppo preferito?
Sì, sarebbe difficile non amare la musica.
Un film che secondo te tutti dovrebbero vedere?
“Lo scafandro e la farfalla” di Julian Schnabel.
-Qual è la forma d’arte che preferisci? (da andare a vedere/ a cui assistere: fotografia, pittura, scultura, performance, ecc..) C’è un artista contemporaneo che consideri assoluto o che sia una fonte d’ispirazione?
L’Arte non si realizza tramite uno specifico medium, tutto ciò di esistente e non che consenta di raccontarne l’identità è valido in sé, come una polifonia complessa, pertanto non sento di preferire nessuna di queste voci. Di Artisti di cui parlare ce ne sarebbero troppi, ma in assoluto trovo che Maria Lai sia stata la grande gigantessa dell’ultimo decennio.
-C’è qualche altro interesse particolare che ti contraddistingue e di cui vorresti parlarci?
Amo molto la medicina e l’anatomia, trovo infatti che il corpo sia strettamente collegato alla mappatura del mondo.
Unapologetically[/caption]
LAVORO
–Come nasce il tuo interesse per la ricerca artistica?
Penso che non sia possibile descrivere la ricerca come un interesse, poiché ritengo sia piuttosto una tensione nata dalla necessità di dialogare con una o più parti del cosmo che ci circonda. Tuttavia ritengo che il mondo attorno venga descritto dagli oggetti, ma sentivo che la voce delle cose nascondeva dei segreti. Sono entrata in autentico contatto con l’Arte ed ho compreso che fosse questa il segno di tale tensione, il senso e l’esperienza. Ho qui capito di non essere sola nell’amare i segreti del mondo, ho capito che l’Arte racconta questa incessante e continua comunione con il tutto e, semplicemente, non è possibile sottrarsene.
-Raccontaci come nasce un tuo lavoro. Parti da un’idea, una sensazione o che altro?
Ogni Opera è a sé e possiede una sua storia ma, personalmente, posso dire che nasca da necessità che non appartengono al mio controllo, semplicemente esistono poiché non potrebbe essere altrimenti.
-C’è un artista più di altri che consideri un modello di riferimento?
Mi ripeterò dicendo che di nomi da segnalare ce ne sarebbero troppi : ogni Artista è in sé un riferimento poiché nel suo percorso decide di raccontarci luoghi in cui solo abita e di cui non conoscevamo l’esistenza. Se devo scegliere un’Artista da percepire come “madre” fra tutti e tutte, Louise Bourgeoise.
-Hai fatto un percorso all’accademia di belle arti; come descriveresti questo viaggio, come ti sei trovata? Immaginiamo che questo percorso ti abbia lasciato qualcosa, degli strumenti di lavoro che utilizzi o delle influenze particolari.
Questo percorso è tuttora in atto, non me la sento ancora di descriverne i confini.
-Qual è il tuo lavoro che finora è stato più apprezzato? E quale quello che tu preferisci?
Rispondo ad entrambe le domande con la stessa Opera : The Mirror.
Si tratta di un’azione performativa per consentire al pubblico di tracciare i miei confini (o di quello che c’era attorno) attraverso un vetro, un pennarello ed un foglio trasparente. Il risultato finale, sovrapposto, era l’Opera.
The Mirror[/caption]
INTERAZIONI CON IL MONDO ESTERNO
-I social sono ormai una piattaforma indispensabile per pubblicare i propri lavori ed essere conosciuti; tu come vivi questa dimensione, e soprattutto, quanto la reputi importante per ciò che fai?
Comprendo le potenzialità comunicative ma non la vivo molto bene, l’espormi virtualmente è un percorso che sto imparando.
-Sei stata a Milano, come ha influito su di te questa città? Il luogo in cui ti trovi ha un’influenza su di te e sulla ciò che produci?
Certo, non si è mai divisi dall’ambiente che ci circonda. Milano mi dona un crudele fermento. Staremo a vedere.
-Cosa vuoi esprimere con il tuo lavoro? Cosa indaghi principalmente?
Il corpo nel suo senso più esteso: dalla traccia della sua sparizione sino al suo essere qui ed ora, l’identità degli oggetti, il virtuale e la morte.
-Quali sono i tuoi prossimi obbiettivi e progetti?
E’ una domanda complicata, tuttavia credo che l’obiettivo sia scoprire del nuovo ed i progetti verranno dal racconto di tale esperienza.
-Infine, ci indicheresti tre giovani artisti che stimi ed ammiri?
Delle colleghe e studentesse con cui collaboro e che che amo molto : Anna Groaz, Aura Monsalves, Alessandra Viva.
Se vuoi saperne di più, visita la pagina Instagram
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