Danae Talarico

Cucire le emozioni

Solo un filo e un mondo intero da comunicare: Danae Talarico è una giovane artista dalla creatività sorprendente. Le sue opere sono diari segreti, intessuti di emozioni, quelle più profonde, quelle che non si riescono ad esprimere, ma datele un filo e vi delineerà i suoi labirintici pensieri.

 

PRESENTAZIONE

-Allora, raccontaci un po’ da dove vieni, chi sei?

Mi chiamo Danae, sono nata in Svizzera dove vivo tuttora in un piccolo paesino. Dopo le scuole medie in Svizzera ho scelto di intraprendere gli studi artistici prima al Liceo Artistico a Como e successivamente all’Accademia di Brera a Milano.

 

Di cosa ti occupi?

Da poco mi sono laureata in pittura e nella vita mi occupo di creare cose, belle o brutte, utili e non, ma per qualche motivo sento la necessità di farle.

 

 

INTERESSI

-Ti piace la musica? Hai un cantante, gruppo preferito?

A parte un paio di generi, ascolto un po’ di tutto. Sono cresciuta ascoltando musica punk rock, passando poi al reggae, jazz, blues, indie e molti altri. Non ho un cantante o gruppo preferito, molto spesso cambio genere musicale in base all’umore. Per esempio quando studio o lavoro scelgo solitamente qualcosa di rilassante come la musica classica o qualcosa lo-fi per concentrarmi. In auto, invece, ho playlist al limite dell’imbarazzante, ma ottime per cantare durante un viaggio!

 

Un film che secondo te tutti dovrebbero vedere?

Ammetto che il cinema non è il mio forte, ma consiglio Mr.Nobody del 2009 di Jaco Van Dormael, è il mio film preferito! Penso che il significato del film sia molto profondo. È incentrato sulle scelte, possibilitá e linee temporali che si intrecciano tra loro. Sono rimasta molto colpita da questo film sia per la complessità delle molteplici chiavi di lettura sia per le riprese e la fotografia. Consiglio di vederlo non una ma ben due volte per cogliere meglio alcuni dettagli!

 

 

-Qual è la forma d’arte che preferisci? (da andare a vedere/ a cui assistere: fotografia, pittura, scultura, performance, ecc..) C’è un artista contemporaneo che consideri assoluto o che sia una fonte d’ispirazione?

Amo tutta l’arte, per questo non ho preferenze. Amo visitare i musei e trovare le opere dei grandi maestri, é sempre un’emozione vedere le opere dal vivo perché studiandole dai libri o da uno schermo è completamente diverso. Mi piace rimanere incantata ad osservare tutti i dettagli. Mi piace andare a vedere una mostra, una galleria o una fiera e scoprire artisti che non conoscevo prima, informarmi e capire il loro lavoro. Di artisti contemporanei ne avrei troppi da citare come fonte di ispirazione, forse la poetica di Felix Gonzalez Torres con le sue opere ha avuto una maggiore influenza.

 

-C’è qualche altro interesse particolare che ti contraddistingue e di cui vorresti parlarci?

Mi piace la fotografia analogica, ho molte macchine fotografiche e rullini sperimentali, dall’anno scorso ho imparato a sviluppare i miei rullini a casa e raccolgo tutte le foto negli album. Con le macchine analogiche fotografo più amici o eventi in compagnia, nulla di professionale. La cosa più bella sta nel vedere le loro reazioni dopo mesi quando mostro le foto stampate. Per il resto non ho molti interessi al di fuori dell’ambito artistico se non cucire da dilettante o leggere.

 

LAVORO

Come nasce il tuo interesse per la ricerca artistica?

La passione per l’arte e il disegno hanno origine già da piccolissima. Tanti membri della mia famiglia disegnano bene ma la maggior parte delle conoscenze me le ha trasmesse mio padre che disegna gioielli, mi ha insegnato a disegnare e soprattutto a osservare. Passavo ore e ore a pitturare e a fantasticare sui personaggi che disegnavo. Crescendo ho sempre preferito attività di questo tipo; essendo anche una persona molto tranquilla e riservata sentivo il bisogno di esprimere le mie idee in questo modo. I miei genitori e professori mi hanno sempre spronato e con il tempo ho avuto conferme che questa fosse la strada giusta da intraprendere.

 

Un filo e un mondo da comunicare. Pensieri

-Raccontaci come nasce un tuo lavoro. Parti da un’idea, una sensazione o che altro?

Prendo ispirazione da testi che leggo, poesie o cose che vivo e rifletto molto su come tradurre il tutto in immagini. Quasi tutte le mie opere nascono o casualmente da esperimenti che poi porto avanti oppure da un’accurata progettazione. Quando ho un’idea prendo appunti e faccio dei veloci abbozzi su come potrei realizzare l’opera, sulle varianti, sui materiali o su una possibile esposizione. Lavoro più di precisione e poco d’istinto.

 

-C’è un artista più di altri che consideri un modello di riferimento?

Ci sono molti artisti che hanno influito positivamente nella mia crescita artistica. Maria Lai o Melissa Zexter sono state d’ispirazione per l’uso del filo nei libri o abbinato a tessuti e fotografie. E poi un’infinità di altri artisti come Louise Bourgeoise, Felix Gonzalez Torres, Shirin Neshat, Mirella Bentivoglio.

 

-Hai fatto un percorso all’accademia di belle arti; come descriveresti questo viaggio, come ti sei trovata? Immaginiamo che questo percorso ti abbia lasciato qualcosa, degli strumenti di lavoro che utilizzi o delle influenze particolari.

Non ho apprezzato particolarmente l’organizzazione interna dell’Accademia. Però, proprio qui a Brera mi sono sentita a casa e in famiglia, circondata da persone con la mia stessa passione. Ho conosciuto persone fantastiche tra professori e colleghi, ognuno ha lasciato un segno. Posso dire di non aver imparato nulla di nuovo a livello tecnico ma sicuramente le lezioni di professori come Stefano Pizzi o Italo Chiodi servono per la vita.

 

-Qual è il tuo lavoro che finora è stato più apprezzato? E quale quello che tu preferisci?

Quello più apprezzato credo che sia la serie In My Place, esposta ad Accademia Aperta 2019. Il lavoro è composto da sei immagini sul Lago di Lugano alle quali sono state applicate delle scritte con il filo. Esistono più varianti realizzate anche su Polaroid o in post produzione sovrapponendo frasi e immagini. Quello che per ora preferisco, invece, è un libro d’artista sulla timidezza.

Un filo e un mondo da comunicare.

INTERAZIONE CON IL MONDO ESTERNO

-I social sono ormai una piattaforma indispensabile per pubblicare i propri lavori ed essere conosciuti; tu come vivi questa dimensione, e soprattutto, quanto la reputi importante per ciò che fai?

Hanno tanti pro e tanti contro. Sono molto importanti per la diffusione di immagini e messaggi, soprattutto per noi artisti, che le immagini le creiamo. Sono allo stesso tempo anche fonte di ispirazione e di confronto con il resto del mondo al di fuori dell’Accademia. Ad esempio faccio parte di alcuni gruppi e seguo thread dove artisti, professionisti e non, postano i loro lavori e ricevono feedback da altri artisti. D’altra parte, non sopporto la gara ad avere più follower o più like. Meglio pochi ma che apprezzano davvero quello che fai. Personalmente posto pochi contenuti e anche raramente, oltre alle mie opere realizzo anche lavori in digitale, grafiche ed altri disegni.

 

-Sei stata a Milano, come ha influito su di te questa città? Il luogo in cui ti trovi ha un’influenza su di te e su ciò che produci?

Sì, nonostante ci siano stati momenti di amore e odio con Milano. Non ha influito direttamente sulla mia produzione, ma è stata spunto di riflessione. Arrivando da un piccolo paesino tranquillo dove tutti si conoscono, la vita frenetica di Milano è stata un cambiamento incisivo che mi ha portato ad osservare le persone, i modi di fare, le dinamiche e la diversità.

 

-Cosa vuoi esprimere con il tuo lavoro? Cosa indaghi principalmente?

Attraverso i miei lavori cerco di parlare di me e di alcune sensazioni che vivo ma che sono abbastanza comuni e quindi condivisibili. Cerco di trattare tematiche come la leggerezza, la tenerezza, la timidezza, il silenzio o la desolazione. Spesso per farlo uso la forma del libro come “diario personale”. Mi piace sperimentare e usare più media: dal disegno su carta, ai tessuti, dalla fotografia alla scultura. In molti lavori è presente il filo, elemento a me molto caro, un po’ perchè sono innamorata dell’arte tessile, un po’ perché è di famiglia. I miei nonni erano sarti e fin da piccola mi hanno insegnato l’arte del cucire e ricamare.

 

Un filo e un mondo da comunicare. La leggerezza

-Quali sono i tuoi prossimi obbiettivi e progetti? 

Sicuramente continuare a studiare e fare la specializzazione perché il mio obiettivo è quello di insegnare e trasmettere la mia passione ai più giovani in futuro. Ho in programma di iscrivermi come supplente nelle scuole in Svizzera. Nel frattempo lavoro come grafica, realizzo opere su commissione, continuo la mia ricerca, faccio quello che amo fare e cerco di fare più esperienze possibili.

 

-Infine, ci indicheresti tre giovani artisti che stimi ed ammiri?

Ammiro le mie talentuose compagne, ho seguito da vicino ogni loro lavoro e i loro consigli sono stati preziosi per il mio percorso in Accademia. Ilaria Maiorino, Martina Chiodini, Corinne Lorizzo, Gaëlle Lamberdiere.

 


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