Gabriele Sanzo

Racconto per immagini

Gabriele, giovane illustratore, disegna fin da piccolo esternando le sue emozioni  e attingendo dal quotidiano e creando così le sue opere. 

PARLAMI DI TE

SanzOnelines
Gabriele Sanzo
SanzOnelines

-Allora, raccontaci un po’ da dove vieni, chi sei?

Piacere, Gabriele Sanzo, vengo da una metropoli di 600 abitanti, si chiama Vinchio. Nella più estrema provincia Astigiana. Sul chi sono non l’ho ancora capito, probabilmente non lo voglio ancora capire.

-Quanti anni hai? Ti rispecchi in questo numero o ti senti di una differente età?

24 all’anagrafe ma ne sento almeno 89, i primi acciacchi si fanno sentire, e il mio stomaco non digerisce più tutto quello che introduce.

-Se dovessi usare solo tre parole per descriverti, quali useresti, e come mai?

Distratto, Creativo , Autoironico.
Distratto perché ho preso residenza sulle nuvole da anni ormai, le cose arrivano dopo, ma c’è un ottima vista e poi si sta in santa pace, con i propri pensieri e visioni. Creativo perché per me la fantasia batte la realtà due a zero. Anche se la fantasia può portare male se non si sa bene come adoperarla… diceva Guccini, che per me è un Maestro. Autoironico non so dirvi perché, penso sia una forma altamente generosa verso gli altri, e trovo che prendere le vicissitudini del quotidiano con leggerezza aiuti a vivere meglio.

-Cosa fai nella vita?

L’illustratore, racconto per immagini. Per campare lavoro nel bar di famiglia…

INTERESSI

-Parliamo un po’ di interessi personali, qual è il tuo genere musicale preferito? C’è un film che secondo te tutti dovrebbero vedere?

Sulla musica potremmo spendere anche due pagine di intervista. Da strimpellatore di chitarra elettrica la musica per me è essenziale. Mi accompagna sempre durante la giornata, anche nel processo creativo del disegno, spesso le due arti vanno in parallelo. I miei gruppi preferiti fanno parti di quella nicchia cantautoriale rivoluzionaria italiana, dai CCCP, CSI, VERDENA, FRANCESCO GUCCINI, GABER, FABRIZIO DE ANDRE’, MARLENE KUNTZ e tutti gli altri che, meno sono conosciuti, più mi piacciono. Basta che siano altamente tristi, sensibili e portino una rivoluzione culturale/musicale. Sui film non sono un grande esperto, preferisco i libri (Suona radical chic, ma non sono un cultore di cinematografia). I film che guardo più spesso forse sono vietati ai 18 e poi è meglio cancellare la cronologia dopo averli visti…

-Che tipo di arte preferisci? (da andare a vedere, fotografia, pittura, antica moderna contemporanea etc.) C’è un artista contemporaneo che consideri assoluto?

Prediligo l’illustrazione, essendo io un illustratore molto pigro… Amo gli illustratori degli anni 40/50 della scuola del ‘’NEW YORKER’’ da Tomi Ungerer a Saul Stainberg, passando per Andrè Francoise. Artisti che indagano il quotidiano e la società in maniera surreale/critica con un pizzico di ironia. Sugli artisti contemporanei direi mio Padre, è più pigro di me, infatti fa un disegno all’anno. Ma penso potrebbe stare tranquillamente nelle grandi mostre d’arte contemporanea, senza sfigurare minimamente.

Ritorno al colore
Gabriele Sanzo
Ritorno al colore

-Hai interessi al di fuori del mondo artistico?

Non pensavo ci fosse qualcosa al di fuori del mondo artistico…

ARTE

-Parlando della tua passione per l’arte, ci sarà stato un evento scatenante o un qualcosa che ti ha portato ad avvicinarti, e a scegliere questo tipo di carriera; ti ricordi il momento in cui hai iniziato ad approcciarti con la tua forma artistica? Cosa ti ha colpito così tanto da farla diventare il tuo principale metodo di espressione?

Ricordare il principio è difficile, ho iniziato a disegnare da quando avevo qualche mese, probabilmente disegnando meglio di ora. Per me è sempre stata un esigenza, disegnavo anche sulle pareti di casa… se lo ricorda bene mia mamma.

-C’è qualcosa da cui prendi ispirazione per i tuoi progetti artistici non lavorativi?

Il quotidiano è la mia fonte di ispirazione più immediata, vivendo in un paese di 600 anime ci si conosce bene o male tutti, non sempre è una fortuna. Io ne ho fatto una virtù, ho potuto osservare i movimenti di tutte queste figure che sono squisitamente grottesche, e immaginarli in situazioni comico/tragiche. Non ho bisogno nemmeno di dover esagerare con le caratterizzazioni dei miei personaggi, sono praticamente delle caricature viventi.

-Quale artista usi come modello di riferimento?

Ho avuto tanti maestri, mai uno unico. Mi spaventa chi ha un’unica fonte di ispirazione o un unico artista di riferimento… l’individualità dell’Io cosciente è per me indispensabile.

-Hai fatto un percorso all’accademia di belle arti; come descriveresti questo viaggio, come ti sei trovato?Immaginiamo che questo percorso ti abbia lasciato qualcosa, degli strumenti di lavoro che utilizzi o delle influenze particolari.

Ho frequentato l’accademia a Cuneo perché mi ha dato la possibilità di imparare al meglio le basi dell’arte del fumetto e dell’illustrazione. La cosa più bella che mi ha lasciato questo viaggio durato cinque anni è stato il rapporto con i docenti. Sicuramente grandi professionisti e soprattutto Umani.

-Per cosa sei conosciuto?

Per essere il più bello della scuola. Scherzo, penso per il mio lavoro e le mie pubblicazioni.

Mal di schiena
Gabriele Sanzo
Mal di schiena

-Perché fai quello che fai?

Perché non sarei in grado di fare altro.

LAVORO

-Nel tuo lavoro, da cosa prendi ispirazione?

Sicuramente dalla mie emozioni e dalla mia sensibilità (Suona scontato ma non ho trovato altre risposte immediate… insomma lo avrete capito che sono pigro ormai…)

-Ci racconteresti il tuo processo per arrivare a un’opera conclusa: parti da un concept, fai della ricerca specifica, o ti lasci trasportare dalle tue sensazioni?

70% cuore % 80 testa.

-I social sono ormai la piattaforma ideale per un artista emergente per pubblicare i propri lavoro ed essere conosciuti; tu come vivi questa dimensione, e soprattutto, quanto la reputi importante per il tuo lavoro?
I social sono indispensabili al giorno d’oggi per un artista. Io non lo sono, quindi non so come gestirli, ammetto che tanti contatti di lavoro li ho avuti tramite Instagram o Facebook, ma sono un po’ vecchia scuola io… dovrei imparare a usarli meglio, stando sempre attenti alla sottile linea tra uso e abuso.

-Cosa vuoi esprimere con le tue opere? Qual è il loro fine ultimo?

Cerco nella vita come nelle mie opere, che spesso vanno a pari passo fino a fondersi di sdrammatizzare le situazioni o renderle il più surreali possibile, quasi utopistiche…Il fine è sempre un mezzo. Non dovremmo pensare al fine nelle situazioni artistiche, ma a esternare le nostre emozioni e renderle fruibili agli altri.

OBBIETTIVI

-I tuoi prossimi obbiettivi, progetti?

Ho ultimato un nuovo libro illustrato in questi giorni, si chiama LUOGHI COMUNI, E COME ABITARLI. Un libro di 120 disegni in bianco e nero, basato sui giochi di parole e la relazione che hanno con le immagini. Il mio obbiettivo sarebbe quello di trovare questa volta un nuovo editore magari più grande, con distribuzione internazionale. Al massimo si può sempre usare come ferma carte.

-Come e dove ti vedi tra cinque anni?

Con gli occhiali sicuramente, dato che senza non vedo nemmeno la penna per disegnare…Scherzi a parte mi piacerebbe insegnare, dopo il mio percorso magistrale ho sviluppato questa passione per insegnare la mia disciplina (pur avendone poca io) artistica. Continuerei a pubblicare o scrivere libri e fumetti, perché altro proprio non saprei fare.

 


Grazie a Gabriele per l’intervista, potete continuare a seguirlo su INSTAGRAM e FACEBOOK.

Continuiate a seguire le novità del panorama artistico milanese su venticento