Gianlorenzo Da Rold

STREET ARTIST

Giovane artista milanese, Gianlorenzo è un vero e proprio graffitista. Dipinge anche su tela ma la sua vera passione è la street art.

 

PRESENTAZIONE

Allora, raccontaci un po’ da dove vieni, chi sei?

Sono Lorenzo Da Rold. Nasco a Milano, cresco a Milano. Dipingo anche su tela, ma la mia vera passione è la street art, i graffiti.

Di cosa ti occupi?

Mi interesso all’arte e la studio fin dalla giovane età. Inizialmente da un peso che sentivo sulla vita stessa, pensieri sul cristianesimo, sull’aldilà, sul paradiso. Cominciai a rappresentare i miei nonni, che proprio mi avevano avvicinato a questi pensieri. Mi definisco un writer senza lettere, faccio i graffiti. Non sono mai stato un vero e proprio writer, mai entrato nel campo della tag, del writing, il firmarsi con il proprio nome. Mi sento diverso e non sempre è piacevole sentirsi diversi. Mi sono lasciato aperte più porte, non volevo sottostare a regole precise, a un credo. Seguo la libertà, anche se è difficile conquistarla ed apprezzarla, è un po’ come l’amore: meno ne sai e più ti avvicini alla sensazione.

 

INTERESSI

Ti piace la musica? Hai un cantante, gruppo preferito?

E’ come chiedermi se mi piace il cibo! Sì ,mi piace la musica. Tanti generi diversi, un cantante che mi viene in mente è Joji, rappresenta molto bene quello che sento attraverso i suoi suoni e per questo gli sono molto grato. Joji fa parte del gruppo 88rising

Un film che secondo te tutti dovrebbero vedere?

Waking life e Mr nobody oltre a Matrix, ovviamente.

Qual’è la forma d’arte che preferisci? (da andare a vedere/ a cui assistere: fotografia, pittura, scultura, performance, ecc..). C’è un artista contemporaneo che consideri assoluto o che sia una fonte d’ ispirazione?

Fonti d’ispirazione per me ce ne sono tante non riesco ad individuarne una. Comunque, Marina Abramovic’ mi ha stravolto il suo lavoro. Sicuramente la performance è la forma d’arte che preferisco di andare ad assistere, come evento. La forma d’ arte che pero’ preferisco, sono le immagini statiche, i dipinti. Mi affascina l’idea che i pittori spesso riescono a cogliere l’attimo, il momento preciso e renderlo eterno. Niente dura per sempre, ci proviamo con i nostri artifici.Dipingo anche su tela ma la mia vera passione è la street art.

-C’è qualche altro interesse che ti contraddistingue e di cui vorresti parlarci?

Mi affascina la fisica

Dipinge anche su tela ma la sua passione è la street art
Dipinge anche su tela ma la sua passione è la street art

LAVORO

Come nasce il tuo interesse per la ricerca artistica?

Nasce da giovane, in senso stretto mi nasce in accademia, prima era troppo sperimentale, poi con lo studio ho lavorato molto sul pensiero e riuscire a fermarli e a lavorarci. L’arte come qualcosa di socialmente utile, può funzionare se l’artista ha fatto un lavoro su se stesso.

Raccontaci come nasce un tuo lavoro. Parti da un’idea, una sensazione o che altro?

Il mio lavoro a volte nasce da una revisione, rivisitazione di un vecchio bozzetto che in un secondo momento mi parla più di quando l’ho disegnato all’inizio, mentre altre volte quasi da un concetto matematico, un algoritmo, mi verrebbe da dire, che colgo da un’ esperienza di vita e provo ad incanalarlo in qualsiasi forma mi riesca, una forma più colorata. Le parole hanno un valore più che altro sonoro, la forma scritta, disegnata, è stimolante. Comunque, spesso, inizio i miei lavori guardando foto, scritte, da tessuti. Dipingo anche su tela ma la mia passione è la street art.

-C’è un artista più di altri che consideri un modello di riferimento?

Alessandro Fogo, pittore contemporaneo, ha vinto un paio di concorsi qualche anno fa ed ha esposto al Bagno dei misteriosi. Un’altro, Giorgio Andreotta Calò, per l’umiltà, la capacità di controllo che ha nelle situazioni

Hai fatto un percorso all’Accademia di belle arti; come descriveresti questo viaggio, come ti sei trovato? Immaginiamo che questo percorso ti abbia lasciato qualcosa, degli strumenti di lavoro che utilizzi o delle influenze particolari.

Mi sono trovato in difficoltà perchè pensavo ancora che realizzare un compito mi facesse sentire importante, ma non realizzavo me stesso. Mi sono sentito solo, ho cominciato a credere solo nelle mie capacità, nelle mie forze, nell’autogestione, di auto produzione ma ne sono anche grato perchè sono comunque cresciuto. E’ stato un po’ accompagnatore, un nonno che di nascosto ti porta al lago invece che al parco, ti fa salire in un una barchetta e a largo ti butta giù; ma non per farti paura o per insegnarti a nuotare da solo ma per lasciarti lì. Se torni vivo a casa con le tue gambe puoi ottenere il suo cognome.

Qual’è il tuo lavoro che finora è stato più apprezzato? E quale quello che tu preferisci?

Quello che preferisco sono indeciso tra i Bagni amanti dove c ‘è una bagnante con un pesce in mano e il lavoro che ho fatto alla casa gialla che ho riempito 4 pareti molto grandi di graffiti. Solitamente comunque quando ho una commissione non ne sono molto orgoglioso perché non ho una buona opinione pero’ di fatto in quel lavoro la commissione era come la volevo ossia mi hanno lasciato carta bianca. Il lavoro che è stato più apprezzato è Mi perdo in te. E’ nel mio soggiorno. E’ un lavoro abbastanza pulito, è stato anche un po’ criticato per alcune imprecisioni.

Dipinge anche su tela ma la sua passione è la street art          Dipinge anche su tela ma la sua passione è la street art[/caption]

INTERAZIONE CON IL MONDO ESTERNO

I social sono ormai una piattaforma indispensabile per pubblicare i propri lavori ed essere conosciuti; tu come vivi questa dimensione, e soprattutto, quanto la reputi importante per ciò che fai?

La reputo fondamentale perché è una vetrina e se ci metti le opere giuste diventa personale. Internet è piena di cose pessime ma anche cose giuste. Non esistono i curatori nella nostra contemporaneità, sei solo tu che puoi contare sulla tua capacità di essere guardato e i social possono aiutare ad ottenere anche più valore sociale. Essere social funziona.

Sei stato a Milano, come ha influito su di te questa città? Il luogo in cui ti trovi ha un’ influenza su di te e ciò che produci?

Come dicevo sono di Milano, il luogo influenza molto ciò che faccio e ciò che vivo, cosa respiro. Ad esempio quando è iniziato il lock down, ho iniziato a dipingere in rosso, un po’ perché ero in zona rossa. Faceva paura, faceva sentire la solitudine ma anche a interrogarmi di più sul mio rapporto con l’ambiente perché tendenzialmente essendo di Milano sono abituata a vederla come una città inquinata, con consumi eccessivi, rumorosa. Vorrei per tante cose vivere da un’altra parte.

Cosa vuoi esprimere con il tuo lavoro? Cosa indaghi principalmente?

Indago le relazioni, il senso, ciò che la pittura mi insegna è che è difficile arrivare all’essenza. Vedere l’anima è impossibile. Sono un pittore illustrativo, figurativo. Il che mi fa emergere diciamo in una luce non positiva. Nel senso che tendo a fare una copia dell’esistente, cosa che anche secondo i greci non è possibile, ogni copia è diversa dall’originale. Io copio il lavoro della natura ma non lo considero così vicino a me, nel senso non creo degli esseri viventi, creo oggetti di fatto. Mi piacciono le interazioni tra gli esseri umani, il momento bello, spontaneo. Credo nell’amore ma esiste anche l’odio. Io indago su questi due opposti. Con il mio lavoro cerco di esprimere che sono vivo, sto cercando di alleggerirmi da pesi inutili, diventare saggio.

-Quali sono i tuoi prossimi obbiettivi e progetti?

Laurearmi tra poche settimane, vorrei trovare una casa-studio. Vorrei finire la tela che ho iniziato anche se ho già capito come potrebbe venire meglio e quindi sono un po’ demotivato a finirla. Voglio continuare a fare tanti graffiti, concentrarmi su di essi.

Infine, ci indicheresti tre giovani artisti che stimi ed ammiri?

Luca Loreti lo ammiro. E’ difficile dare dei nomi. Stefano Bencini e Umberto Passerini.

Dipinge anche su tela ma la sua passione è la street art Dipinge anche su tela ma la sua passione è la street art[/caption]

 


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