Jack Freckleton-Sturla

La Semplicità della Linea

Jack, appena laureatosi in grafica, ha già un ricco portfolio. Eclettico e camaleontico, racconta le sue forme di espressione e i connubi tra le sue innumerevoli passioni.

PARLAMI DI TE

Allora Jack, raccontaci un po’ da dove vieni, chi sei?

Sono un illustratore e grafico anglo-italiano, nato da padre vogherese e madre “scouse”, di Liverpool.

Quanti anni hai? Ti rispecchi in questo numero o ti senti di una differente età?

Ho 23 anni, e mi ci ritrovo abbastanza.

Giampietrino, Madonna della Mela. -Jack Freckleton-Sturla

Giampietrino, Madonna della Mela.

Se dovessi usare solo tre parole per descriverti, quali useresti, e come mai?

Impostato, flessibile, lettore. Ho degli obiettivi ben definiti, ma sono più che disposto a cambiare sentiero per arrivarci. Lettore perché mi piace osservare la vita, e sto anche imparando a viverla, pian piano.

Cosa fai nella vita?

Me la complico. Oltre a l’arte visiva mi dedico alla musica, la lettura, le lingue, tutte cose che poi integro nei miei lavori personali di illustrazione.

Nudie -Jack Freckleton-Sturla

Nudie

INTERESSI

Parliamo un po’ di interessi personali, qual è il tuo genere musicale preferito? C’è un film che secondo te tutti dovrebbero vedere?

Ho ricevuto un’educazione in Conservatorio, quindi sono molto legato alla musica che per convenzione qui chiamo classica. Sono molto ignorante in materia di musica di artisti popolari e in particolare viventi, ma non li snobbo se capitano sotto timpano. Quanto a film, direi “Columbus” di Kogonada, un film che mi ha spinto a dare più valore all’architettura e all’ambiente urbano.

Che tipo di arte preferisci? (da andare a vedere, fotografia, pittura, antica moderna contemporanea etc) C’è un artista contemporaneo che consideri assoluto?

Non credo di avere preferenze. Ritengo sia molto importante attingere a più correnti per sviluppare una propria estetica, se non una propria visione del mondo. Detto questo, ho sempre nutrito grande ammirazione per William Blake per via del suo legame con la dimensione spirituale e poetica, oltre alle sue tendenze rivoluzionarie e antimonarchiche.

  • Drawing from William Blake's illuminated print "Los with the Sun". -Jack Freckleton-Sturla

Drawing from William Blake’s illuminated print “Los with the Sun”.

Drawing from Blake’s engraving “The Baffled Devils Fighting”, from his own designs for Dante’s Commedia. 

Hai interessi al di fuori del mondo artistico?

In quanto “artista” (termine pericoloso), ho un rifiuto piuttosto marcato per qualsiasi attività sportiva, ma è da un anno che mi sto dilettando con lo skateboard. Il mondo della fotografia, della grafica, e della cultura skate, peraltro, è molto vivo e interessante. Ma è sostanzialmente un buon modo per staccarsi dalla scrivania ogni tanto e sentire il sole sulla propria pelle e, occasionalmente, ma sempre meno frequentemente, l’asfalto.

ARTE

Parlando della tua passione per l’arte, ci sarà stato un evento scatenante o un qualcosa che ti ha portato ad avvicinarti, e a scegliere questo tipo di carriera; ti ricordi il momento in cui hai iniziato ad approcciarti con la tua forma artistica? Cosa ti ha colpito così tanto da farla diventare il tuo principale metodo di espressione?

La passione per l’arte mi è arrivata molto tardi, verso la fine del liceo. Fino ad allora il disegno per me era qualcosa da praticare invece di seguire le lezioni, quindi si potrebbe dire che abbia avuto sempre qualcosa da esprimere e che solo in un secondo momento abbia sviluppato l’interesse nel vedere cosa fosse stato già detto da altri artisti.

  •  Adès' "Exterminating Angel" is very much faithful to the 1962 Luis Buñuel film -Jack Freckleton-Sturla

Adès’ “Exterminating Angel” is very much faithful to the 1962 Luis Buñuel film

Pagliaccio and Colombina, from Ruggero Leoncavallo’s opera “Pagliacci”.

C’è qualcosa da cui prendi ispirazione per i tuoi progetti artistici non lavorativi?

Sono un avido ascoltatore di musica lirica, e innumerevoli miei lavori sono basati su frammenti di testi che mi colpiscono particolarmente. Questi vanno dai passaggi poetici di “Doctor Atomic” di John Adams ai volgarissimi “Catches” di Henry Purcell.

  • From Baudelaire's "Un hémisphère dans une chevelure", set to music in Adams' "Doctor Atomic", and here illustrated and translated (with some liberties) by yours truly.-Jack Freckleton-Sturla

From Baudelaire’s “Un hémisphère dans une chevelure”, set to music in Adams’ “Doctor Atomic”, and here illustrated and translated (with some liberties) by yours truly.

Quale artista usi come modello di riferimento? 

Il mio stile attuale è basato sul cubismo così com’era inteso da Juan Gris. Ma è in eterno sviluppo. Molti artisti hanno già trovato la propria voce, ma per me mantenere lo stesso approccio, in un periodo di formazione in cui è giusto e dovuto sperimentare il più possibile, porta a risultati prevedibili, poco emozionanti. Mantengo viva la mia creatività attraverso una rivoluzione costante, in cui metto in dubbio i lavori di un mese passato e cerco di individuarne i limiti.

Burning bright. -Jack Freckleton-Sturla
Burning bright.

Hai fatto un percorso all’accademia di belle arti; come descriveresti questo viaggio, come ti sei trovato?

Conosco molte persone che sono uscite deluse da questo percorso, e lo posso in parte condividere. Non mi è stato insegnato ad utilizzare una anatomia o una prospettiva corretta, capacità richieste ma non affrontate da certi professori all’interno dei corsi. Tuttavia ritengo che il valore di Brera stia nel proporre una vastissima selezione di discipline ai propri studenti, mondi che non erano stati considerati prima di entrarvi. Definirei l’esperienza a Brera come una autoformazione in cui i corsi vanno a stimolare lo studente proponendogli nuovi concetti a supporto di una crescita personale. Un esempio è il corso di Elementi di Iconologia e Iconografia, una materia che detta così fa solo paura, ma che si è rivelata invece di incredibile valore per me, tanto da basarci la mia tesi di laurea.

Per cosa sei conosciuto? 

I miei lavori sono conosciuti per i temi che affronto, e per la grande enfasi che pongo sulla linea di contorno.

St. Sebby in love. -Jack Freckleton-Sturla

St. Sebby in love.

Perché fai quello che fai?

I temi che mi appassionano non sono particolarmente popolari. Ho paura (priva, spero, di qualsiasi superbia) che se non diffondessi i contenuti, che trovo siano di valore artistico importante, questi rimarrebbero vincolati agli addetti ai lavori. Per esempio, tenere sul proprio profilo di Instagram una serie di video in cui monto dei frammenti di opere liriche su videoclip presi da Vine è una cosa che lascia molti perplessi, ma vuole essere un tentativo di rendere il mondo della lirica quanto più familiare ed accessibile possibile. Hollywood porta sul grande schermo contenuti appartenenti al mondo del teatro o della letteratura, con cast stellati e budget esagerati, e io nel mio piccolo cerco di portare avanti un’operazione simile attraverso le mie illustrazioni.

LAVORO

Nel tuo lavoro, da cosa prendi ispirazione? 

Da moltissime cose. Ho fatto una piccola serie sull’ immondizia lasciata nel parco vicino a casa. Ho fatto dei piccoli disegni su degli haiku che scrivo mentre sono in giro con lo skate (non mi ritengo abbastanza interessante da disegnare fumetti biografici, ma questi sono un buon compromesso). Quando la cosa rappresentava per me ancora una novità ho fatto dei lavori grafici sul processo del fare il pane in casa.

 

Ci racconteresti il tuo processo per arrivare a un’opera conclusa: parti da un concept, fai della ricerca specifica, o ti lasci trasportare dalle tue sensazioni?

Parto da una pagina bianca e mi ci butto. Molto spesso sono necessarie tre versioni prima che il risultato mi soddisfi, ma l’idea di base non viene mai cambiata drasticamente. I miei lavori ad acquarello o tempera sono decisamente i più spontanei, e sono gli unici che definirei davvero astratti. Disegnare di getto per me è come improvvisare al pianoforte, non serve avere una melodia a cui rifarsi, l’importante è suonare e far uscire quello che si ha dentro in quel momento. Poi se ne esce qualcosa di orecchiabile tanto meglio.

  • haiku -Jack Freckleton-Sturla

haiku

I social sono ormai la piattaforma ideale per un artista emergente per pubblicare i propri lavoro ed essere conosciuti; tu come vivi questa dimensione, e soprattutto, quanto la reputi importante per il tuo lavoro?

La vivo abbastanza male. L’anno scorso ho commesso l’errore di cercare di rendere gradevole il mio profilo Instagram postando i lavori in “trittici”, come un influencer, e, quando questo ha iniziato a dettare che tipo di lavoro avrei dovuto postare successivamente, ho capito che dovevo rifiutarmi di sottostare a questa concezione. I social sono uno strumento utile per farsi conoscere, ma ridursi a produrre esclusivamente contenuti che seguano la tendenza va contro i principi che una persona uscita da un’Accademia di Belle Arti dovrebbe aver formulato per sé stessa.

Se sei a Milano, come influisce su di te questa città? Il luogo in cui ti trovi ha un’influenza su di te e sulla tua opera?

Non ho mai realizzato illustrazioni né ho mai scritto poesie su Milano, ma non c’è dubbio che questa città e i suoi spazi mi abbiano cambiato. Il luogo in cui mi trovo influisce su di me ma non necessariamente sulla mia opera. La distinzione tra artista e opera c’è ma non so dirvi in cosa consista. Sono certo che il Vasari abbia avuto da dire qualcosa a riguardo.

Another nudie -Jack Freckleton-Sturla
Another nudie

Cosa vuoi esprimere con le tue opere? Qual è il loro fine ultimo?

Alcune opere sono puramente informative e dirette. Si tratta pur sempre di illustrazioni, per cui per forza di cose vanno accompagnate ad un concetto reso esplicito al pubblico. Altre, le più personali, le poesie e gli acquarelli, sono espressioni poco ponderate delle mie emozioni e dei miei pensieri. Spesso sono limitate ai pensieri negativi, ma sono quelli che più necessitano di essere esteriorizzati in modo costruttivo. Direi quindi che le mie opere, in genere, hanno un fine informativo, di diffusione, o un fine terapeutico.

OBBIETTIVI

I tuoi prossimi obbiettivi, progetti

Vorrei disincantarmi dalla mia tendenza al cubismo, che sta prendendo ormai una piega un po’ molesta, e puntare all’estetica e ai temi dei Preraffaeliti. Senza troppe pretese però.

Come e dove ti vedi tra cinque anni?

In questi primi mesi dopo la laurea mi sono sentito sempre più disposto a prendere dei rischi e a mettermi in gioco. Spero che questo non si esaurisca alla prima delusione, ma che mi dia modo di portare avanti i progetti che mi sono fissato. Tra cinque anni spero di averli finiti tutti, di averne conseguiti altri ancora più audaci, e che non sia il solo ad esserne emozionato.

-Jack Freckleton-Sturla

Infine, ci indicheresti tre giovani artisti, magari appena usciti da una scuola di Milano, che come te si differenziano dagli altri?

Vi segnalo Ilaria Lazzarotto, Noemi de Maio, e Francesco Casati.

 


Potete trovare Jack anche su INSTAGRAM e FACEBOOK.

  • Balcony scene from Leonard Bernstein's musical "West Side Story". -Jack Freckleton-Sturla

Balcony scene from Leonard Bernstein’s musical “West Side Story”.

Lady and pupper. Redrew this from an old etching.

“A Little Night Music”, a Steven Sondheim musical.