Rossella Barbante

Paesaggi Interiori: l’estetica dell’Antropocene

Le opere pittoriche di Rossella Barbante sono sublimi stratificazioni di colori e materia che si fondono nella volontà di trasporre il problematico rapporto tra uomo e paesaggio. La produzione artistica di questa giovane pittrice non trova la sua genesi nella sola contemplazione della bellezza naturale come fonte di ispirazione quanto, piuttosto, nella volontà di restituire quella paradossale ma affascinate estetica propria dell’età dell’Antropocene, è così che le sue tele prendono forma: campiture vivaci in cui le sfumature si avvicendano e sovrappongono delineando i confini astratti di suggestioni e riflessioni attorno a questo tema.

PRESENTAZIONE

 

Rossella Barbante

 

-Allora… raccontaci un po’ da dove vieni, chi sei, quanti anni hai?
– Mi chiamo Rossella Barbante sono nata a Marsicovetere (PZ) il 4 giugno 1994, e ho vissuto a Paterno, in Basilicata, fino al conseguimento del diploma scientifico/linguistico. Nell’anno 2014/2015 mi sono trasferita a Milano per intraprendere gli studi artistici presso l’Accademia di Belle Arti di Brera dove, nel marzo 2018, ho conseguito il diploma accademico con un punteggio di 110/110. Dopo una pausa lavorativa di due anni come restauratrice/decoratrice presso l’Armani Hotel a Milano, nell’aprile 2021 ho conseguito, con lode, il titolo magistrale nella medesima Accademia.

 

-Di cosa ti occupi?
– L’arte occupa la maggior parte del mio tempo.

 

Rossella Barbante, Landscape

INTERESSI

-Ti piace la musica? Hai un cantante, gruppo preferito?
– La musica mi piace, ascolto vari generi, spesso mi accompagna anche mentre dipingo. La mia vera passione è stata la danza classica. Fin da piccola ho studiato questa disciplina con grande interesse.

 

-Un film che secondo te tutti dovrebbero vedere?
-The Truman Show, grande film con grande significato.

 

Rossella Barbante, Sublime Artificiale

 

-Qual è la forma d’arte che preferisci? (da andare a vedere/ a cui assistere: fotografia, pittura, scultura, performance, ecc..) C’è un artista contemporaneo che consideri assoluto o che sia una fonte d’ispirazione?
-Essendo pittrice sicuramente tutto ciò che concerne le arti visive (principalmente pittura, scultura, istallazione). Le mie fonti di ispirazione sono molteplici. Dal momento che la mia ricerca si incentra sul tema dell’Antropocene, fotografi come Edward Burtiynsky, o altri artisti come Piero Gilardi, Tomàs Saraceno…si rivelano fondamentali. Il mio sguardo include anche artisti contemporanei meno noti che trovo particolarmente interessanti anche per un discorso puramente tecnico, cromatico e gestuale.

 

-C’è un momento della giornata che ti piace particolarmente?
No, non un momento in particolare. Più che altro ci sono giornate e giornate.

 

Rossella Barbante, Untitled

LAVORO

-Come nasce il tuo interesse per la ricerca artistica?
-Il tema del paesaggio interiore è sempre stato presente nella mia ricerca. Cruciale è stata, nel 2016, la residenza artistica in Romania. Girando per i boschi della Transilvana ho rivissuto dei momenti della mia vita (infanzia principalmente) nella mia terra, la Basilicata. Forte è stata la somiglianza riscontrata. La serie Wild green portata avanti per circa due anni ha raccontato questo incontro tra natura e interiorità. Sublime Artificiale invece è il progetto attuale derivato invece dai miei approfondimenti e dalle mie riflessioni sul tema dell’Antropocene. Da anni legata al tema del paesaggio, appunto, quest’ultimo ha subito un’evoluzione. L’era geologica attuale vede l’uomo come forza modellatrice dell’ambiente e io ho iniziato ad osservare la natura nella sua tragicità e non più solo nella sua sconfinata bellezza. Uno dei pericoli più grandi che la società si trova ad affrontare è l’assuefazione culturale e visiva ai fenomeni ambientali, motivo per cui i miei paesaggi dai colori accesi, vivaci e dalle atmosfere sublimi tentano di innescare un ragionamento che si sviluppa dopo un primo sguardo. Spesso i disastri ambientali appaiono accattivanti e suggestivi e noi umani a causa di un’anestesia estetica dilagante rimaniamo osservatori fisicamente distaccati senza assumercene alcuna responsabilità. Lavorare sul tema del paesaggio antropogenico implica una riflessione riguardo la collocazione dell’essere umano nel mondo moderno e dell’artista nell’arte contemporanea, posizione che non è affatto scontata.

 

-Da dove ti è venuta l’idea e come ci sei arrivata?
-Ancora una volta le mie radici si sono rivelate fondamentali. Tra i monti Sirino e Volturino, in Lucania, nasce una valle, la Val D’Agri, che prende il nome dal fiume Agri il quale attraversa tutto il suo territorio. Quasi l’intera vallata è parte del Parco nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese. Falde acquifere rilevanti e profonde caratterizzano i monti della Maddalena, specialmente nel territorio di Paterno, dove è presente una sorgente d’acqua che dà vita al cosiddetto acquedotto dell’Agri, che serve 160 comuni del meridione. Un paradiso in terra ricco di storia e di risorse naturali, tra le quali vi è però il petrolio. Lo sfruttamento che si fa del territorio va in contrasto con l’altro punto di forza della mia regione di stampo culturale e naturalistico, sul quale bisognerebbe invece investire molto di più, visto il potenziale di cui naturalmente dispone. Si tratta dunque di un esempio lampante tipico dell’era dell’ Antropocene e delle azioni del Sapiens.

 

Rossella Barbante, Sublime Artificiale

 

-Che cosa sentivi necessario: fare qualcosa di diverso, oppure andare oltre? Avevi un’idea chiara di quello che bisognava fare?
-Sentivo la necessità di parlare di questo e nel mio piccolo sensibilizzare. Motivo per cui ho scritto anche la tesi magistrale su questo argomento affrontando le varie sfaccettature dell’Antropocene.

 

-Prima di cominciare a lavorare hai già chiara l’idea di come sarà il tuo lavoro?
-Non amo fare bozzetti preparatori, quindi no. Mi lascio trasportare dalla mano che, fissato l’obiettivo, mi porterà in un luogo preciso che vedrò solo alla fine del viaggio pittorico.

 

– Oppure è quando cominci che hai un’idea di quello che farai?
– Certamente ho un’idea, quella è già dettata dalla motivazione che mi spinge dipingere. La forma si delineerà man mano.

 

Rossella Barbante, Untitled

 

-Che ruolo svolgono i titoli per te? E quando li assegni? Di solito i titoli vengono prima o dopo che hai finito il tuo lavoro?
-Il titolo viene prima in quanto è contenuto nella motivazione che mi spinge a dipingere. Solitamente assegno un titolo a ciascun ciclo di opere più che alla singola opera.

 

-Quand’è che senti che un lavoro è finito?
-É sempre difficile stabilirlo. I miei sono lavori stratificati, lunghi. Impiego anche un mese per farne uno non necessariamente di dimensioni esagerate. Strati su strati che man mano emergono e si confondono; materici, pigmentati… . Non sono mai sbrigativa. Li osservo molto. Ne prendo anche le distanze e poi ci ritorno su. Devo essere soddisfatta, quando non cambierei o aggiungerei più nulla allora è finito.

 

-Ti capita di doverti fermare mentre stai lavorando, perché non hai in casa il tipo di pezzo o di materiale che ti serve, e di dover aspettare finchè non lo trovi?
-Si, capita anche che lavorando mi viene in mente di provare ad introdurre un materiale nuovo nell’esecuzione. Provvedo subito a procurarmi quello che mi serve o eventualmente a trovare una soluzione alternativa che mi permetta di rimettermi subito all’opera.

 

-Quale lavoro secondo te funziona di più rispetto agli altri?
-Funzionano i lavori ai quali ho potuto dedicare il giusto tempo e ho realizzato nelle giuste condizioni.

 

Rossella Barbante, Sulla mia pelle

 

-Raccontaci come nasce un tuo lavoro. Parti da un’idea, una sensazione o che altro?
-Parto da una ricerca. Dallo studio, dalla lettura. Ciò che mi muove è il messaggio che voglio comunicare.

 

-Hai fatto un percorso all’accademia di Belle Arti; come descriveresti questo viaggio, come ti sei trovata? Immaginiamo che questo percorso ti abbia lasciato qualcosa, degli strumenti di lavoro che utilizzi o delle influenze particolari.
-Il percorso in Accademia è stato fondamentale. Dati i miei studi precedenti e il fatto che venissi da un piccolo paesino non avevo ancora avuto modo di conoscere approfonditamente l’arte contemporanea. Quando ho iniziato ero chiusa, piccola; L’Accademia mi ha formata, mi ha cambiata in meglio. Sono molto soddisfatta del mio percorso. E’ stato sempre un crescendo.

 

Rossella Barbante, Qui e Ora

 

-Qual è il tuo lavoro che finora è stato più apprezzato? E quale quello che tu preferisci?
-Non saprei se c’è un lavoro in particolare. Sto piacevolmente riscontrando, anche tramite le numerose commissioni che ricevo, che il mio lavoro in generale è apprezzato. Sapere che la gente desidera una mia opera in casa propria è molto soddisfacente.

 

INTERAZIONE CON IL MONDO ESTERNO

-I social sono ormai una piattaforma indispensabile per pubblicare i propri lavori ed essere conosciuti; tu come vivi questa dimensione, e soprattutto, quanto la reputi importante per ciò che fai?
-Credo che i social se usati saggiamente siano molto importanti nella comunicazione di ciò che siamo. Cerco di curare i contenuti, e tramite loro di far conoscere il lavoro più approfonditamente, mostrando le varie fasi e non solo l’opera finita.

 

Rossella Barbante, Bagliore

 

-Sei stato a Milano, come ha influito su di te questa città? Il luogo in cui ti trovi ha un’influenza su di te e su ciò che produci?
-Io amo Milano, mi ha dato tanto e mi ha fatta crescere. E’ una città stimolante e stancante allo stesso tempo. Il luogo in cui sono mi condiziona molto. Alle volte ho bisogno di tanta energia, altre ho bisogno di tranquillità e pace motivo per cui in futuro mi organizzerò mantenendo due studi. Uno a Milano e uno in Basilicata, dunque uno in città, uno immersa nella natura. La stabilità mi fa un pò paura.

 

-Quali sono i tuoi prossimi obbiettivi e progetti?
-La preparazione di alcune mostre e la sistemazione in un nuovo studio a Milano mi impegnerà da qui a Gennaio. L’obiettivo rimane sempre lavorare tanto e salire sempre uno scalino in più.

 

Rossella Barbante

 

-Quali sono i progetti che non sei ancora riuscito a realizzare?
-Sono realmente contenta di ciò che sono riuscita a realizzare fino ad adesso e alle ultimissime mostre (in corso e in programma) che mi sto godendo ciò che sta accadendo senza pensare ad ulteriori progetti. Le novità si sono susseguite e si susseguono con una velocità tale che non ho ancora avuto tempo di progettare altro. Sono molto felice di essere così impegnata e di fare ciò che amo.

 


Ringraziamo Rossella per aver risposto alle nostre domande, continuate a seguirla dal suo profilo Instagram

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