Sara Benzoni

CONDOR

Sara Benzoni è una giovane artista neodiplomata che ambisce a lavorare nel campo dell’illustrazione. Il suo nome d’arte è Condor e trasmette perfettamente il suo interesse per il mondo animale.

 

PARLAMI DI TE

-Allora, raccontaci un po’ da dove vieni, chi sei?
Mi chiamo Sara e sono nata a Como. Ho sempre vissuto a Cadorago, un piccolo paesino della provincia comasca. È una città a cui non mi sento legata perché non c’è molto per chi è giovane e ambizioso. Ma il dove vengo non lo ritengo troppo importante rispetto al CHI SONO, quindi… chi è Sara? Sara è una giovane artista neodiplomata, ambisce a lavorare nel campo dell’illustrazione e il suo nome d’arte è Condor. Dalla mia produzione si evince un forte interesse per il mondo animale, quindi non stupisce la scelta di un nome di una specie animale, ma capisco che susciti una certa curiosità l’aver scelto proprio quell’animale, visto l’aspetto poco gradevole e la fama del mangia carogne. Ho scelto quell’animale semplicemente perché sento di avere una certa affinità, mi piace il nero intenso del suo piumaggio, che è lo stesso che è protagonista nel mio lavoro, e mi affascina il suo modo di volare che sfida le leggi fisiche e lo sfruttare le correnti ascensionali a proprio favore. Insomma per farla breve vedo molte analogie e in più mi piace un sacco il suono della parola CONDOR.

  • "Lupellula", serie "Innesti", 2019-Sara Benzoni

-Quanti anni hai? Ti rispecchi in questo numero o ti senti di una differente età?
A ottobre compio 26 anni, a quest’età cominci a sentire il peso del ticchettio dell’orologio, l’avvicinarsi dei trenta e la pressione sociale di dover per forza mettere famiglia, sistemarsi in modo stabile e cose così, peccato che io voglio sempre fare di testa mia e non mi accontenterei di una vita così. Tornando alla domanda, non so come sentirmi in merito alla mia età, sinceramente non credo siano gli anni a fare la persona, ma la testa.

-Se dovessi usare solo tre parole per descriverti, quali useresti, e come mai?
Domanda difficile. Suppongo di avere un ego troppo grande per riuscire a sintetizzarmi in tre parole, inoltre penso che si propenda a essere falsi quando si riceve questo tipo di domanda, si tende sempre a voler dare una bella immagine di sé che poi non combacia con la persona reale. A me invece piace pensare che i difetti siano importanti tanto quanto i pregi perché ci rendono più veri e tridimensionali, invece che piatti e banali. Non ho mai fatto segreto di non essere una persona dal carattere facile e con cui sia facile stare assieme, ma se non fossi così non sarei veramente Sara.

-Cosa fai nella vita?
Al momento sto lavorando come commessa per mettere da parte qualche soldo e nel frattempo cerco di portare avanti i miei progetti nei ritagli di tempo. Tra pochi mesi riprenderò gli studi e inizierò un corso professionale di Illustrazione che si terrà all’istituto CFP Bauer, per poi puntare a lavorare nell’ambito dell’illustrazione. Negli ultimi mesi mi sono successe molte cose e sento che la fortuna sta girando dalla mia parte, perciò sto cercando di non fasciarmi troppo la testa e prendere tutte le occasioni al volo.

  • "Mostro delle paralisi" serie "Innesti", 2019-Sara Benzoni

INTERESSI

-Parliamo un po’ di interessi personali, qual è il tuo genere musicale preferito? C’è un film che secondo te tutti dovrebbero vedere?
Per quanto riguarda la musica non ho un genere preferito e ascolto di tutto: dalla psy trance al rap, dall’elettronica alla commerciale, insomma tutto ciò che ha un ritmo che mi prende. A essere onesta non sono un’esperta di cinema e non mi sento di dover dare consigli su cosa uno debba vedere o meno. Tra i miei interessi ci sono i film di animazione e mi piace guardare anche i retroscena (specialmente di quelli realizzati con la tecnica stop motion) e uno dei miei film preferiti in assoluto è Jumanji e, anche se so che come film non mi fa fare la figura da artista intellettuale radical chic, a me è sempre piaciuto vedere questo connubio tra il gioco e il timore di cosa può uscire fuori, anche se poi in alcune scene ammetto che è invecchiato male e si sente tanto l’influenza degli anni Novanta.

-Che tipo di arte preferisci? (da andare a vedere, fotografia, pittura, antica moderna contemporanea etc.) C’è un artista contemporaneo che consideri assoluto?
La mia corrente preferita è quella del Surrealismo e la ritengo molto importante perché ha sdoganato molte cose che poi al giorno d’oggi nel mondo dell’arte sono diventate scontate, non a caso la mia tesi riguardava la fotografia surrealista, ovvero quella parte del Surrealismo che passa sempre in secondo piano, ma che può dare tanti spunti tanto quanto la parte pittorica del movimento.Tra i miei artisti preferiti non posso non citare Max Ernst a cui faccio molto riferimento, poi anche Goya, Delacroix, Dora Maar, Hokusai, Boccioni, Magritte, Dalì… mi fermo qui altrimenti la lista diventerebbe lunghissima. Come nella musica mi piacciono molti tipi di arte, perciò anche se l’arte surrealista è la mia preferita, non mi dispiace vedere anche altre cose, inoltre sono dell’idea che anche se un artista non ci piace, vale la pena andarlo a guardare. Negli artisti contemporanei il mio interesse si focalizza principalmente sugli incisori o sugli illustratori e mi sento di dover citare Medulla che, grazie al Professor Daniel Tummolillo, è stato possibile incontrarlo a Brera. Per chi non lo conoscesse è un artista che lavora con la serigrafia, ma per realizzare le proprie opere si impegna nel creare da solo i pigmenti e i colori da utilizzare ed è un piacere sentirlo parlare dell’impegno che tutti dovremmo mettere per salvaguardare l’ambiente. Per quanto riguarda gli illustratori ce ne sono tantissimi che mi piacciono, inoltre strumenti come Instagram ti permette di vedere tantissimi artisti del sottobosco veramente talentuosi, tra cui mi sento di citare Faunwood e Giulialibard.

  • "Gru coronata", illustrazione per il progetto "Animalium", penna e acquerello, 2018 -Sara Benzoni

-Hai interessi al di fuori del mondo artistico?
Uno dei miei interessi principali è il mondo animale, infatti oltre a proseguire gli studi nell’Arte mi sarebbe piaciuto studiare Biologia. Non mi dispiacerebbe in futuro aver l’opportunità di creare progetti che facciano collidere le due cose o magari in un futuro lontano (quando sarò in pensione) dedicarmi appieno alla cura degli animali.

illustrazione di copertina di Guerriero Rosso, collage digitale, cm 10,5x10,5, 2017
Sara Benzoni
Illustrazione di copertina di Guerriero Rosso, collage digitale, cm 10,5×10,5, 2017

ARTE

-Parlando della tua passione per l’arte, ci sarà stato un evento scatenante o un qualcosa che ti ha portato ad avvicinarti, e a scegliere questo tipo di carriera; ti ricordi il momento in cui hai iniziato ad approcciarti con la tua forma artistica? cosa ti ha colpito così tanto da farla diventare il tuo principale metodo di espressione?
Quando ero bambina mia madre ha lavorato qualche anno come libera artista con la pasta di sale, faceva per lo più decorazioni per le bomboniere ed è stata una sorta di modello da seguire, anche se poi lo stile che ho poi adottato non ha niente a che vedere con quello che faceva lei.
Mi ricordo anche che da piccola disegnavo tantissimo e faticavo a mettermi un freno e ogni tanto creavo anche dei giochi con la carta. Ad esempio una volta, influenzata dai giochi di carte come Yu-gi-oh e Pokémon, creai anch’io il mio gioco di carte con personaggi originali ed è una cosa che a distanza di oltre dieci anni ritengo la resa oscena, avevo dieci anni e mi cimentavo in soluzioni creative aberranti, come quella di usare due fogli della carta per la stampante e incollarli tra loro per dare più “pesantezza” e resistenza alla carta da gioco, però tanti ragazzini che venivano a scuola con me se lo ricordano con entusiasmo e non so se devo riderne o piangerne.

-C’è qualcosa da cui prendi ispirazione per i tuoi progetti artistici non lavorativi?
Ogni tanto mi annoto le cose che vedo nei sogni, oppure mi vengono delle idee completante a caso, altre volte invece mi basta guardare qualcosa o qualche accostamento di colore particolare per far partire la mia immaginazione. In realtà ho delle idee molto istintive, quindi nemmeno io ho capito come funziona la mia ispirazione.

  • -Sara Benzoni

-Quale artista usi come modello di riferimento?
Come detto in precedenza Max Ernst è un artista molto importante per me, è uno che non ha avuto paura di osare e ha creato opere bellissime. Per me non è solo di ispirazione, ma anche un modello da seguire. Inoltre è un artista che ha realizzato opere utilizzando tecniche molto diverse tra loro, pur mantenendo la sua identità e in questo mi ci rivedo molto, anche a me non piace focalizzarmi sull’utilizzo di una sola tecnica, ma utilizzare quella che più mi aggrada quando voglio.

-Hai fatto un percorso all’accademia di belle arti; come descriveresti questo viaggio, come ti sei trovato?
Immaginiamo che questo percorso ti abbia lasciato qualcosa, degli strumenti di lavoro che utilizzi o delle influenze particolari.

Il percorso a Brera è stato piuttosto particolare, come per tutti del resto. Ci sono insegnanti che mi hanno lasciato molto e alcuni che mi hanno lasciato meno, ma tutto sommato è un’esperienza che rifarei e che mi ha lasciato molto.

-Per cosa sei conosciuta?
Probabilmente per la realizzazione di ibridi e animali.

  • Work in progress 2-Sara Benzoni

-Perché fai quello che fai?
Secondo Desmond Morris, uno zoologo, l’interesse verso gli ibridi uomo-animale deriva da un senso di evoluzione della specie incompleta. Questo viene spiegato in La scimmia nuda (libro che vale la pena essere recuperato) e forse è per questo che istintivamente mi viene da seguire questo tipo di ricerca.

LAVORO

-Nel tuo lavoro, da cosa prendi ispirazione?
Come detto in precedenza, subisco molto l’influenza di quello che mi capita o di quello che mi circonda.

Reunion, collage digitale, cm 27x42, 2019
Sara Benzoni
Reunion, collage digitale, cm 27×42, 2019

-Ci racconteresti il tuo processo per arrivare a un’opera conclusa: parti da un concept, fai della ricerca specifica, o ti lasci trasportare dalle tue sensazioni?
Le mie idee sono per lo più istintive, sento che quel progetto devo farlo così, senza una ragione in particolare. Ma dall’idea bisogna poi arrivare alla resa, perciò mi metto sotto a realizzare delle bozze, analizzare i pro e i contro di quell’idea, esaminare cosa mantenere e cosa eliminare.
Molte volte arrivo a deformare completamente l’idea iniziale, perché non mi pongo particolari limiti sul voler per forza perseguire un progetto come l’avevo immaginato all’inizio, se una cosa non funziona la elimino, l’importante è che poi l’elaborato sia bello, ben realizzato, curato e che prima di soddisfare gli altri soddisfi me stessa.

-I social sono ormai la piattaforma ideale per un artista emergente per pubblicare i propri lavoro ed essere conosciuti; tu come vivi questa dimensione, e soprattutto, quanto la reputi importante per il tuo lavoro?
Oggi essere molto attivi sui social e essere presenti è essenziale, da anche l’occasione di potersi fare una vetrina completante gratuita. Bisogna però stare attenti a non montarsi la testa con il seguito e i commenti online, i like fanno piacere, ma non sono un vero specchio che certifica la tua bravura o talento. Ad esempio su Instagram ci sono tantissimi profili che postano fanart ed hanno molto seguito, alcune possono essere anche molto belle a livello tecnico, ma se un artista fa solo fanart per quanto sia bravo, non ha un proprio stile o una propria creatività, semplicemente vive di luce riflessa. Però anche se ho creato i miei profili social inerenti al mio lavoro solo da sei mesi, ho avuto l’occasione di fare questa intervista e di essere contattata per un sondaggio su Behance sul mio percorso artistico, magari non è molto, ma sono comunque piccole occasioni.

Ho i pesci nella testa, disegno a china, acquarello e pastello, cm 29,7 x 21, 2019
Sara Benzoni
Ho i pesci nella testa, disegno a china, acquarello e pastello, cm 29,7 x 21, 2019

-Se sei a Milano, come influisce su di te questa città? Il luogo in cui ti trovi ha un’influenza su di te e sulla tua opera?
Attualmente non vivo a Milano e quando frequentavo Brera facevo la pendolare. In futuro non escludo di trasferirmi lì, il tutto dipenderà dalle occasioni di lavoro che ricevere negli anni a venire.

-Cosa vuoi esprimere con le tue opere? Qual è il loro fine ultimo?

3Il concetto di ibridazione e il voler trasmettere il messaggio che molte volte le cose e le persone non sono come le vediamo di primo impatto, ma bisogna osservare e scavare a fondo per coglierne tutti gli aspetti. Mi piace anche che i miei personaggi abbiano un qualche elemento che sembra rimandare a una storia che non viene raccontata, così da dare la possibilità allo spettatore di fare speculazioni.

OBBIETTIVI

-I tuoi prossimi obbiettivi, progetti?

Mi piacerebbe lavorare nel campo dell’illustrazione, in particolare nel campo scientifico e non mi
dispiacerebbe creare dei progetti per raccogliere dei fondi destinati alla salvaguardia del territorio e delle specie.

-Come e dove ti vedi tra cinque anni?
Punto ad essere indipendente e una figura stimata a livello lavorativo, ma non sto facendo particolari programmi sul dove sarò e con chi, dal momento che non si può mai sapere cosa può capitare nella vita.

-Infine, ci indicheresti tre giovani artisti, magari appena usciti da una scuola di Milano, che come te si differenziano dagli altri?
In Accademia ho visto tante persone con talento e sarebbe riduttivo citarne solo tre, perciò mi sento di citare: Sara Crotti, Arianna Atanasio, Gaia Zanni, Anna Chiara Stagi, Vanessa Fantinati, Sara Rutkowska, Claudia Delucca, Giada Mancini, Giulia Ambrosi e sicuramente ce ne sono molti altri che mi sono dimenticata di citare.

Procione con pelliccia, gumprint, cm 22x17, 2017
Sara Benzoni
Procione con pelliccia, gumprint, cm 22×17, 2017


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