Sara Fondrini

Stati d’animo

Le opere di Sara Fondrini, studentessa di pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera, sono profondamente espressive. Il suo è un abbozzare di volti, soggetti irriducibili e immortalati nella loro esistenza. Le linee tracciano confini liberi e i colori, nella loro sintesi eloquente, si espandono vivi sulla tela descrivendo stati d’animo di persone reali, sofferenti, sole. Con la sua arte Sara indaga i filamenti di quel processo autodistruttivo tanto comune ad ogni animo umano.

 

Sara Fondrini

PRESENTAZIONE

-Allora… raccontaci un po’ da dove vieni, chi sei, quanti anni hai?

Ciao a tutti! Sono Sara Fondrini, ho vent’anni e vivo a Milano.

 

-Di cosa ti occupi?

Attualmente studio all’accademia di belle arti di Brera, devo iniziare il terzo anno nel corso di pittura.

 

Sara Fondrini, S-Conosciuti

Sara Fondrini, S-Conosciuti

Sara Fondrini, S-Conosciuti

 

INTERESSI

Ti piace la musica? Hai un cantante, gruppo preferito?

Adoro la musica, amo il senso di connessione che provo quando l’ascolto e, per questo, mi è difficile definire quale sia il genere che più preferisco. Mi piace spaziare ed entrare in contatto con nuovi artisti.

 

– Qual è la forma d’arte che preferisci? (da andare a vedere/ a cui assistere: fotografia, pittura, scultura, performance, ecc..) C’è un artista contemporaneo che consideri assoluto o che sia una fonte d’ispirazione?

Mi affascina qualsiasi forma d’arte, quella che preferisco e che pratico è la pittura. Ci sono tanti artisti che considero una fonte di ispirazione, non riesco a trovarne solo uno. Cito di certo Emilio Vedova, Arnulf Rainer e poi Margherita Manzelli, Ellen Altfest …

 

-C’è un momento della giornata che ti piace particolarmente?

Il momento della giornata che prediligo è la mattina molto presto o la sera tardi.  Solitamente non dormo tante ore, la notte come il mattino sono momenti di tranquillità per me, in cui lavoro, penso e creo.

 

Sara Fondrini

 

LAVORO

-Come nasce il tuo interesse per la ricerca artistica?

Il mio interesse per la ricerca artistica è nato nel momento in cui ho preso in mano una matita e ho incominciato a scarabocchiare. Racconto sempre come da piccola disegnavo sulle verifiche di matematica per riempire gli spazi vuoti. E’ fiorito qualche anno fa, in un periodo buio, ed è stata una luce fortissima che mi ha accompagnato. E poi lo studio e la ricerca sicuramente hanno aumentato sempre di più il mio interesse.

 

-Da dove ti è venuta l’idea e come ci sei arrivata\o?

L’idea nasce dallo studio. Il passato e le mie esperienze personali sono fondamentali per alimentare e sviluppare la mia ricerca.

 

Sara Fondrini

Sara Fondrini, dettaglio

 

Un’emozione che sapresti nominare mentre lavori? 

Più che emozione la definirei uno spogliarsi completamente.

 

-Che cosa sentivi necessario: fare qualcosa di diverso, oppure andare oltre? Avevi un’idea chiara di quello che bisognava fare?

Direi tutte e due le cose. Ad un certo punto della mia vita ho capito che le parole non bastavano più e mi sono resa conto che riuscivo ad esprimermi  meglio attraverso l’arte rispetto che alla parola. Sentivo quindi il bisogno di andare oltre facendo qualcosa di diverso.

 

Sara Fondrini

 

-Prima di cominciare a lavorare hai già chiara l’idea di come sarà il tuo lavoro?

Si, tutto passa attraverso un percorso, traccio sul mio taccuino dei segni e dei concetti per poi svilupparli in modo definitivo. Ogni tanto concedo alla mia mente e alla mia mano la libertà di raccontare qualcosa partendo dal nulla.

 

-Che ruolo svolgono i titoli per te? E quando li assegni? Di solito i titoli vengono prima o dopo che hai finito il tuo lavoro?

Ho sempre difficoltà nell’assegnare i titoli, bisogna trovare una parola o una frase che riassuma in modo corretto il lavoro. Li assegno sempre dopo, quando termino di dipingere.

 

Sara Fondrini, Sketch

 

-Quand’è che senti che un lavoro è finito?

Spesso finisco un dipinto quando ho raggiunto l’idea finale che mi ero fatta. Però non nego che ci sono alcuni lavori su qui continuo a tornare.

 

-Ti capita di doverti fermare mentre stai lavorando, perché non hai in casa il tipo di pezzo o di materiale che ti serve, e di dover aspettare finché non lo trovi?

No, trovo sempre il modo per non fermarmi. Qualsiasi materiale può essere utilizzato. In quarantena, quando non c’era la possibilità di comprare il materiale, ho iniziato a disegnare negli spazi vuoti degli scontrini.

 

Sara Fondrini

 

Raccontaci come nasce un tuo lavoro. Parti da un’idea, una sensazione o che altro?

Il mio lavoro nasce dal ricordo, la domanda di studio che guida il mio lavoro è: perché creiamo  sentimenti di autodistruzione? I volti che dipingo sono ricordi di persone reali, sofferenti, ma anche volti irriconoscibili di un passato tutt’ora presente. 

 

Hai fatto un percorso all’accademia di Belle Arti; come descriveresti questo viaggio, come ti sei trovata? Immaginiamo che questo percorso ti abbia lasciato qualcosa, degli strumenti di lavoro che utilizzi o delle influenze particolari.

Penso che l’accademia sia un luogo fantastico se preso nel giusto verso. Purtroppo ho studiato in presenza solo i primi tre mesi, ma in quel breve tempo ho incontrato professori che mi hanno insegnato tanto e soprattutto ho conosciuto ragazzi con la mia stessa voglia di scoprire e fare dell’arte una professione. Mi sono sentita sempre nel posto giusto. 

 

Sara Fondrini

Sara Fondrini, Stasi

 

-Qual è il tuo lavoro che finora è stato più apprezzato? E quale quello che tu preferisci?

Il lavoro che più è stato apprezzato credo sia “s-conosciuti”.  Riconosco che alcuni lavori siano più riusciti rispetto ad altri ma no, non ne ho uno preferito.

 

INTERAZIONE CON IL MONDO ESTERNO

I social sono ormai una piattaforma indispensabile per pubblicare i propri lavori ed essere conosciuti; tu come vivi questa dimensione, e soprattutto, quanto la reputi importante per ciò che fai?

All’inizio non li ritenevo importanti anzi mi sembrava di sminuire la mia ricerca pubblicando i miei dipinti. Adesso invece credo che i social siano importantissimi per avere più visibilità e per creare delle reti di conoscenze e di interazione con il mondo artistico. 

 

Sara Fondrini, Sketch

 

-Sei stato a Milano, come ha influito su di te questa città? Il luogo in cui ti trovi ha un’influenza su di te e su ciò che produci?

Milano è una città che amo, ci sono cresciuta e ci trovo sempre delle suggestioni. Credo che, se anche dovessi fare delle esperienze altrove, alla fine ci tornerei.

 

Sara Fondrini, dettaglio

 

Quali sono i tuoi prossimi obbiettivi e progetti?

Sono riuscita a raggiungere un obiettivo importante cioè quello di creare uno spazio in cui lavorare; la lista è molto lunga, sicuramente diplomarmi all’Accademia è tra questi.

 

Infine, ci indicheresti tre giovani artisti che stimi ed ammiri di Milano?

Martina Maltinti, stimo molto la sua produzione artistica. Giovanni Tronfi, ho auto modo di conoscerlo in presenza e apprezzo molto la sua ricerca, Massimo Pugliese, amico e giovane artista di grande qualità e ne aggiungo un quarto, Matteo Capriotti che non conosco di persona ma che seguo sui social e ammiro molto per quello che fa.

 


Ringraziamo Sara per aver risposto alle nostre domande, continuate a seguirla sul suo profilo Instagram

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