Virginia Dal Magro

Mappe Geografiche

Virginia Dal Magro, appena laureata e già impegnatissima, oltre al suo lavoro di artista lavora come assistente all’Accademia di Brera ed è co-fondatrice di una interessante realtà milaese: lo spazioSERRA, un progetto che riqualifica l’edicola ottogonale nella stazione del passante ferroviario di Lancetti con mostre site-specific.

  • Allestimento di “Arcipelago”, Accademia di Brera, 20.03.2019 -Virginia Dal Magro

PARLAMI DI TE

-Allora, raccontaci un po’ da dove vieni, chi sei?
Sono Virginia Dal Magro e sono nata e cresciuta a Milano.

-Quanti anni hai? Ti rispecchi in questo numero o ti senti di una differente età?
Ho 25 anni e mi rispecchio in questo numero, nel pieno della crisi post studente/ pre- non si sa cosa.

-Se dovessi usare solo tre parole per descriverti, quali useresti, e come mai?
Non lo so non sono brava in queste cose, sorry.

Takuu Atoll
Virginia Dal Magro
Takuu Atoll

-Cosa fai nella vita?
Mi sono da poco laureata all’Accademia di Brera dove attualmente lavoro come assistente alla didattica, gestisco una mini stamperia aperta principalmente agli studenti nel mio studio, sono co-fondatrice di spazioSERRA, uno spazio espositivo situato presso il passante di Lancetti che promuove il lavoro di giovani artisti e provo a portare avanti il mio lavoro artistico.

INTERESSI

-Parliamo un po’ di interessi personali, qual è il tuo genere musicale preferito? C’è un film che secondo te
tutti dovrebbero vedere?

Non ho un vero e proprio genere musicale preferito, diciamo che sono cresciuta ascoltando prevalentemente rap e r&b. Per quanto riguarda il film che tutti dovrebbero vedere il primo che mi viene in mente è “What happened, Miss Simone?”.

  • 立ち往生, aquatint on paper, 30x35 cm, 2018 -Virginia Dal Magro

-Che tipo di arte preferisci? (da andare a vedere, fotografia, pittura, antica moderna contemporanea etc.)
C’è un artista contemporaneo che consideri assoluto?

Qualsiasi tipo di arte comunichi realmente qualcosa, sono dell’idea che qualsiasi prodotto artistico (e non) se è di qualità vale la pena vederlo, al di la della propria classificazione stilistica. In questo periodo sto guardando molto i lavori di David Hockney, Arthur Jafa e Alberto Burri.

-Hai interessi al di fuori del mondo artistico?
In questo periodo storico credo sia impossibile non interessarsi alla politica, per quanto io non sia mai stata particolarmente informata sto facendo il possibile per cercare di capire e nel mio piccolo anche di cambiare certe mentalità.

ARTE

Arcipelago, installazione per Veritatem Inquirenti, Castello Borromeo di Corneliano Bertario
Virginia Dal Magro
Arcipelago, installazione per Veritatem Inquirenti, Castello Borromeo di Corneliano Bertario

-Parlando della tua passione per l’arte, ci sarà stato un evento scatenante o un qualcosa che ti ha portato
ad avvicinarti, e a scegliere questo tipo di carriera; ti ricordi il momento in cui hai iniziato ad approcciarti
con la tua forma artistica? Cosa ti ha colpito così tanto da farla diventare il tuo principale metodo di
espressione?

Non ricordo esattamente un momento, ricordo solo che quando ero alle medie e passavo davanti al liceo artistico vicino a casa mia mi sembrava di essere davanti a qualcosa di irraggiungibile e che sarebbe stato un privilegio poterlo frequentare, la stessa cosa è successa con l’Accademia.

-C’è qualcosa da cui prendi ispirazione per i tuoi progetti artistici non lavorativi?
Da tutto ciò che mi circonda: libri, quotidianità, persone che ho attorno, lavori di artisti che stimo e così via.

  • Glitch n.101, cianotipia su carta, 10x10 cm, 2019 -Virginia Dal Magro

-Quale artista usi come modello di riferimento?

Nessuno in particolare, magari in un periodo guardo più il lavoro di un artista, in un altro periodo non guardo nulla, non ho un vero e proprio modello di riferimento.

-Hai fatto un percorso all’accademia di belle arti; come descriveresti questo viaggio, come ti sei trovato?
Immaginiamo che questo percorso ti abbia lasciato qualcosa, degli strumenti di lavoro che utilizzi o delle influenze particolari.

Mi sono trovata benissimo, ci sono tante cose che andrebbero cambiate, in primis i professori e gli studenti
che sono in Accademia “tanto per”, però anche questo fa parte dell’avventura e oltre a tutti i corsi e tutte le persone meravigliose che ho conosciuto e mi hanno fatto crescere. Brera insegna l’arte del sapersi arrangiare, che almeno per quanto riguarda il mio lavoro si è rivelata essenziale.

  • Daily memories-frammento 1, cyanotype on paper, 10x10 cm, 2017 -Virginia Dal Magro

-Per cosa sei conosciuta?
Spero per i miei lavori!

-Perché fai quello che fai?
Onestamente non saprei dare una risposta specifica, per tante piccole ragioni ma nell’insieme non lo so nemmeno io.

LAVORO

Atlante delle isole dimenticate,
Acquatinta, cm 35x25, 2019
Virginia Dal Magro
Atlante delle isole dimenticate,
Acquatinta, cm 35×25, 2019

-Nel tuo lavoro, da cosa prendi ispirazione?
Come attitudine al lavoro dai miei genitori e dalla dedizione che mettono nel loro lavoro, da alcuni professori che ho avuto durante il mio percorso di studio e da amici che si impegnano tutti i giorni per superare gli ostacoli imposti dalla nostra società. Come immaginario principalmente di ciò che mi circonda, in questo periodo sto lavorando prendendo come spunto le mappe geografiche.

-Ci racconteresti il tuo processo per arrivare a un’opera conclusa: parti da un concept, fai della ricerca
specifica, o ti lasci trasportare dalle tue sensazioni?

Dipende dal tipo di lavoro, sicuramente parto da un pensiero e a quel punto capisco come svilupparlo, molte volte scelgo di indagarlo in più sensi tenendo aperte diverse strade, anche in modi molto distanti tra loro.

-I social sono ormai la piattaforma ideale per un artista emergente per pubblicare i propri lavoro ed essere
conosciuti; tu come vivi questa dimensione, e soprattutto, quanto la reputi importante per il tuo lavoro?

Io lo vivo più come un gioco, mischiando il mio lavoro alla mia quotidianità o a riflessioni di vario genere,preferisco che sia uno svago attraverso il quale mostrare anche il mio lavoro e tenermi in contatto con amici, artisti, conoscere gente da tutto il mondo e scambiarsi opinioni.

Arcipelago, 130x110 cm, cianotipia su carta velina, 2017
La serie ‘Arcipelago’ nasce dall’analisi del ricordo come porzione di tempo frammentata, prendendo quindi la forma di un’isola, di un frammento di spazio. L’utilizzo della stampa gioca un ruolo fondamentale e performativo attraverso la strati cazione e la ritualità specica di ogni metodo; le velature sovrapposte hanno permesso di indagare la dematerializzazione della forma a favore di un aspetto più intimo, ovvero ciò che rimane del ricordo stesso. L’immagine è, quindi, frammentata, isolata e ricucita in modo da creare nuovi mondi, formati da arcipelaghi di ricordi.
Virginia Dal Magro

Arcipelago, 130×110 cm, cianotipia su carta velina, 2017

-Se sei a Milano, come influisce su di te questa città? Il luogo in cui ti trovi ha un’influenza su di te e sulla
tua opera?

Sì certamente, Milano è casa mia, influisce sui miei lavori sia direttamente che indirettamente, utilizzando anche la fotografia come punto di partenza molti lavori sono nati da foto scattate in giro per Milano, per le strade che percorro tutti i giorni.

-Cosa vuoi esprimere con le tue opere? Qual è il loro fine ultimo?
Attraverso i miei lavori cerco un contatto con lo spettatore, mi piace pensare che possano essere una via di fuga, una specie di accesso all’immaginazione, essendo prevalentemente astratti mi piace ascoltare ciò che le persone ci vedono dentro. Poi ogni lavoro ha il suo messaggio ma ciò che li accomuna è questo.

Serigrafia 
Virginia Dal Magro
Serigrafia

OBBIETTIVI

-I tuoi prossimi obbiettivi, progetti?
I miei prossimi obbiettivi sono sicuramente di proseguire e approfondire tutte le fondamenta che ho buttato durante questi anni di studio, di crescere come artista e a livello professionale, mi piacerebbe fare qualche esperienza all’estero, privata dalle comodità e dalle distrazioni della quotidianità.

-Come e dove ti vedi tra cinque anni?
Non mi vedo ancora da nessuna parte, preferisco tenermi aperte più strade possibili, vi farò sapere!

  • Stanza dei ricordi (Privare del peso, della realtà materiale), 10x15 cm, emulsione fotografica, cianotipia e collage su carta, 2016 -Virginia Dal Magro

-Infine, ci indicheresti tre giovani artisti, magari appena usciti da una scuola di Milano, che come te si
differenziano dagli altri?

Cristiano Rizzo, Luisa Turuani, Lucrezia Zaffarano.

 


Per continuare a seguire Virginia e i suoi lavori, vi lasciamo i suoi profili INSTAGRAM e FACEBOOK personali, e di spazioSERRA (IG e FB)