Dario Baroli

La pagina da indagare

Il giovane disegnatore Dario Baroli ci racconta la sua opera e le sue fonti di ispirazione.

PARLAMI DI TE

"Anxiety" pencil on paper, 24x30cm.2019
Dario Baroli
“Anxiety” pencil on paper, 24x30cm.2019

-Allora, raccontaci un po’ da dove vieni, chi sei?

Sono nato e cresciuto in provincia di Milano, in un paesino di campagna dove tutti si conoscono. In quei tipici paesi al confine delle grandi città immersi nella natura dove il tempo sembra essersi fermato.

-Quanti anni hai? Ti rispecchi in questo numero o ti senti di una differente età?

A ottobre farò 26 anni. Penso che l’età sia una questione del tutto relativa. Non credo di sentirmi né troppo giovane e né troppo vecchio. La differenza secondo me sta nella voglia che l’individuo ha nell’accrescere la propria voglia di cultura. Ne è un esempio appunto l’arte, in essa non è importante l’età anagrafica dell’artista ma la maturità mentale sviluppata attraverso anni di studio che consentono di concepire e sviluppare una qualsiasi opera d’arte.

  • -Dario Cademartori Baroli

-Se dovessi usare solo tre parole per descriverti, quali useresti, e come mai?

Non credo che solo 3 parole possano descrivermi pienamente.

-Cosa fai nella vita?

Cerco costantemente ogni giorno di realizzare un’opera d’arte. Ma purtroppo finora sono riuscito a fare solo dei mediocri disegni.

Wip
Dario Baroli

Wip

INTERESSI

-Parliamo un po’ di interessi personali, qual è il tuo genere musicale preferito? C’è un film che secondo te tutti dovrebbero vedere?

Sono cresciuto ascoltando il Pop-punk californiano di fine anni novanta. I Blink 182 sono la mia band preferita, ho iniziato ad ascoltarli grazie a mio fratello di 4 anni più grande. Ancora adesso mi accompagnano durante le giornate in cui disegno. Adoro i film di Tarantino, credo che i suoi film siano geniali, vi consiglio “Jackie Brown” del 1997.

-Che tipo di arte preferisci? (da andare a vedere, fotografia, pittura, antica moderna contemporanea etc.) C’è un artista contemporaneo che consideri assoluto?

Guardo di tutto quando vado per gallerie. Mi affascina tantissimo andare a vedere opere di artisti che non ho mai visto o sentito, trovarmi faccia a faccia con differenti situazioni artistiche, tornare a casa e indagare il più possibile sulla vita dell’artista, cosa lo ha portato a concepire quella condizione artistica, il perché ha rappresentato quella situazione e per quale motivo ha usato quei materiali. Credo che il vero artista debba fare questo. Non copiare ciò che gli piace ma capire la narrazione non solo dell’opera ma soprattutto dell’artista. Penso che Nicola Samorì riesca ad convogliare tutto questo nei suoi dipinti.

  • "Non avevo voglia" pencil on paper, 20x20cm, 2019 -Dario Cademartori Baroli

-Hai interessi al di fuori del mondo artistico?

Soffro di insonnia dalle superiori quindi leggo tantissimo e in continuazione, se finisco un libro ne devo iniziare per forza un altro subito dopo.

ARTE

-Parlando della tua passione per l’arte, ci sarà stato un evento scatenante o un qualcosa che ti ha portato ad avvicinarti, e a scegliere questo tipo di carriera; ti ricordi il momento in cui hai iniziato ad approcciarti con la tua forma artistica? Cosa ti ha colpito così tanto da farla diventare il tuo principale metodo di espressione?

Ho sempre disegnato fin da piccolo, ricordo che alle elementari durante le ore di ricreazione insieme a due compagni di classe facevamo la gara a chi riusciva a ricopiare perfettamente le immagini di animali e pesci di vecchie riviste di natura, da quel momento non ho più smesso di disegnare. Ho provato anni dopo a dipingere ma purtroppo io e il pennello siamo acerrimi nemici.

-C’è qualcosa da cui prendi ispirazione per i tuoi progetti artistici non lavorativi?

Il tempo, è qualcosa che mi ossessiona fin da piccolo, non riesco a farne a meno.

  • "acqua calda con limone" pencil on paper(f), 20x20cm, 2019 -Dario Cademartori Baroli

-Quale artista usi come modello di riferimento?

Ce ne sono tanti, dai grandi pittori fiamminghi fino ad arrivare ai disegnatori del novecento, ma se dovessi citare l’artista che mi ha influenzato è Renzo Vespignani. La sua scoperta è stata come uno shock artistico.

-Hai fatto un percorso all’accademia di belle arti; come descriveresti questo viaggio, come ti sei trovato?
Immaginiamo che questo percorso ti abbia lasciato qualcosa, degli strumenti di lavoro che utilizzi o delle influenze particolari.

L’Accademia di Brera di belle arti di Milano ha molti problemi, ma ho avuto la fortuna di frequentare il corso di disegno del proff. Gianluigi Rocca. E’ solo grazie a lui che ho potuto capire cosa c’è dietro veramente ad un lavoro artistico.

Matanza 2017 pencil on paper, 51x36,5cm
Dario Baroli
Matanza 2017 pencil on paper, 51×36,5cm

-Per cosa sei conosciuto?

Non voglio far conoscere me stesso, ma solo la mia arte. E’ solo questo ciò che mi interessa.

-Perché fai quello che fai?

Perché qualcuno dovrà pur farlo.

Ink on mole
Dario Baroli
Ink on mole

LAVORO

-Nel tuo lavoro, da cosa prendi ispirazione?

Da ciò che mi è di più familiare, devo necessariamente conoscere ciò che rappresento, si deve instaurare una sorta di legame in modo da realizzare qualcosa che funzioni e che mi soddisfi.

-Ci racconteresti il tuo processo per arrivare a un’opera conclusa: parti da un concept, fai della ricerca specifica, o ti lasci trasportare dalle tue sensazioni?

Ritengo necessario partire da foto che scatto io personalmente per creare una sorta di legame. Non esistono bozzetti. Il mio lavoro nasce tutto nella mia testa dalla fase iniziale fino alla stesura finale. Se ciò non avviene non inizio un lavoro.

  • Sketch -Dario Cademartori Baroli

-I social sono ormai la piattaforma ideale per un artista emergente per pubblicare i propri lavoro ed essere conosciuti; tu come vivi questa dimensione, e soprattutto, quanto la reputi importante per il tuo lavoro?

La vivo decisamente male. Il dover essere costantemente sui social per ottenere dei like da gente che non si conosce e che non si sa se apprezza veramente il tuo lavoro o lo fa solo per ricevere in cambio un altro like è qualcosa di frustrante. I social sono importanti ma non devono sostituire quel rapporto reale che c’è tra le persone.

-Se sei a Milano, come influisce su di te questa città? Il luogo in cui ti trovi ha un’influenza su di te e sulla tua opera?

Milano è in grado di dare e di togliere. Basta cogliere le varie occasioni.

Mini sketch 2013 in black pencil
Dario Baroli
Mini sketch 2013 in black pencil

-Cosa vuoi esprimere con le tue opere? Qual è il loro fine ultimo?

Nei miei lavori è presente una narrativa che deve essere scoperta da chi guarda una mia opera. Io descrivo un qualcosa di definito che deve essere cifrata.

OBBIETTIVI

-I tuoi prossimi obbiettivi, progetti?

Sto portando avanti dei nuovi lavori. Sono ancora in una fase iniziale ma sta procedendo bene. Sono stato coinvolto in diversi progetti che vedranno la luce in tempi brevi.Quindi per ora mi concentro su questo poi chissà.

  • Colour pencil on paper 8x13cm. 2016 -Dario Cademartori Baroli

-Come e dove ti vedi tra cinque anni?

Non mi piace fare previsioni future, è il presente ciò che considero fondamentale. Senza basi solide costruite nel momento attuale non potrei essere in grado di vedere un ipotetico futuro.

-Infine, ci indicheresti tre giovani artisti, magari appena usciti da una scuola di Milano, che come te si differenziano dagli altri?

Di giovani artisti ne avrei più di tre da proporre. Rosalba Aucelli, Nadia Marni, Branca Nera, Roberto De Pinto, Vann Gregory e Chiara Melluso. Credo che artisticamente e culturalmente siano in grado di differenziarsi non solo all’interno di un contesto istituzionale come Brera ma soprattutto al di fuori di essa.

 


Grazie a Dario per aver risposto alle nostre domande, per continuare a seguirlo e vedere altre sue opere ecco i suoi account INSTAGRAM e FACEBOOK.