Marianna Pacelli

La grazia del tratto

Oggi andiamo a conoscere Marianna Pacelli, una giovane artista da poco laureata all’Accademia di Brera che crea opere originali e dai tratti leggeri ma con un forte carattere distintivo.

PARLAMI DI TE

Concorso a Quargento, "La gente di Quargnento" -Marianna Pacelli
Concorso a Quargento, “La gente di Quargnento”

-Allora Marianna, raccontaci un po’ da dove vieni, chi sei?
Sono Marianna, illustratrice italiana. Nata e cresciuta tra Piemonte e Lombardia.

-Quanti anni hai? Ti rispecchi in questo numero o ti senti di una differente età?
Ho 23 anni e credo di rispecchiare l’età che ho, anche se ho sempre pensato che un numero non fa la persona.

  • Notre Dame de Paris, mon coeur brûle. Sortir des cendres. -Marianna Pacelli

-Se dovessi usare solo tre parole per descriverti, quali useresti, e come mai?
Un disastro, ne combino una dietro l’altro ma sono consapevole del mio essere impacciata spesso. Determinata, impulsiva e questo mi rende onesta. Nel momento in cui mi trovo davanti a un ostacolo cerco di risolvere il problema perché so benissimo qual è il mio obiettivo.

-Cosa fai nella vita?
Troppo, attualmente mi occupo di illustrazione e sto continuando a studiare in questo settore. Ho quasi terminato un corso per diventare ufficialmente Graphic Designer. Insegno danza ai più piccoli e io stessa frequento una scuola di danza (Hip-Hip e Modern). Sto molto a contatto con i bambini e questo aiuta molto il mio lavoro. Credo che ogni piccola cosa che svolgo mi porti più vicina ai miei disegni e a capire meglio me stessa.

Notre Dame de Paris, mon coeur brûle.
-Marianna Pacelli
Notre Dame de Paris, mon coeur brûle.

INTERESSI

-Parliamo un po’ di interessi personali, qual è il tuo genere musicale preferito?
Non c’è un genere predominante, ogni volta ascolto la musica in cui mi ritrovo in quell’instante. Elettronica, Bluse, Funky, Gospel, Dance, Hip-hop e Rap sia americano che italiano, i grandi classici, ma anche artisti italiani. Se devo essere sincera mi ritrovo maggiormente tra anni 70/80/90 o primi 2000.

-C’è un film che secondo te tutti dovrebbero vedere?
Si certo, il film che mi è venuto subito in mente è “The eternal sunshine of the spotless mind”.

  • -Marianna Pacelli

-Che tipo di arte preferisci? (da andare a vedere, fotografia, pittura, antica moderna contemporanea etc) C’è un artista contemporaneo che consideri assoluto?
Penso che se piace l’arte non ci siano cosi tante distinzioni, comunque negli ultimi anni mi sono avvicinata maggiormente all’arte contemporanea. Non c’è un artista contemporaneo che considero assoluto, ma posso citarne due differenti : Yayoi Kusama e Carsten Höller.

-Hai interessi al di fuori del mondo artistico?
Oltre a questo mondo frequento dei corsi di danza, pattino, faccio la volontaria saltuariamente, mi occupo di animazioni per bambini, recito, leggo molto e lavoro al di fuori di questo settore. Una cosa importante per me è cercare di saper fare più cose possibili, quindi mi occupo di svariate cose adeguandomi al settore in cui mi trovo, ma ognuna di queste cose mi riconduce sempre all’arte.

interpretazione -Marianna Pacelli
interpretazione

ARTE

-Parlando della tua passione per l’arte, ci sarà stato un evento scatenante o un qualcosa che ti ha portato ad avvicinarti, e a scegliere questo tipo di carriera;
ti ricordi il momento in cui hai iniziato ad approcciarti con la tua forma artistica? cosa ti ha colpito così tanto da farla diventare il tuo principale metodo di espressione?

Non credo ci sia stato un momento scatenante, ho sempre voluto fare questo fin dai miei primi ricordi. A cinque anni già dicevo a mia madre che sarei voluta andare al Liceo Artistico. Posso dire che è sempre stato il mio mezzo di espressione, quando ero piccola scrivevo o disegnavo. L’ho sempre saputo.

-C’è qualcosa da cui prendi ispirazione per i tuoi progetti artistici non lavorativi?
Per i miei progetti artistici io prendo sempre spunto da ciò che mi circonda e da ciò che mi sento di voler raccontare. Per me è davvero importante la relazione tra gli esseri viventi. Relazionarsi non è facile come sembra e cerco di prendere in considerazione come entriamo in contatto non solo con noi stessi ma anche con la natura, con altri animali e il territorio che ci circonda. Mi piace pensare alla spontaneità dell’infanzia e a come questa si possa adattare.

  • C a r p a B r o c c a t a.  #illustrazione su #cartolina (A5)  Gift. -Marianna Pacelli

C a r p a B r o c c a t a. #illustrazione su #cartolina (A5) Gift.

-Quale artista usi come modello di riferimento?
Un principale modello di riferimento per me è Egon Schiele.

-Hai fatto un percorso all’accademia di belle arti; come descriveresti questo viaggio, come ti sei trovato?
Immaginiamo che questo percorso ti abbia lasciato qualcosa, degli strumenti di lavoro che utilizzi o delle influenze particolari.
Si ho fatto un percorso in Pittura all’Accademia di Belle arti. Confermo che personalmente è stato un percorso travagliato, mi sono persa e mi sono ritrovata. Affermo che mi ha lasciato molto, ho frequentato dei corsi che mi hanno permesso di capire dove volessi indirizzare la mia arte e ho incontrato delle persone che mi hanno aiutato a capire indirettamente cosa volessi fare davvero.
Parlando di strumenti o influenze di lavoro posso dire che è stato più un mix di ciò che ho appresso e della mia curiosità.

Koi Tanchō -Marianna Pacelli

Koi Tanchō 

-Per cosa sei conosciuta?
Per cosa sono riconosciuta? Non saprei dirlo… i pesci?! Una cosa che mi è stata detta maggiormente è che le mie illustrazioni sono piene di empatia. Sono contenta che il mio modo di essere traspaia nei miei disegni.

-Perchè fai quello che fai?
Faccio questo perché è sempre stata l’unica cosa che ho sempre voluto fare e non ho mai smesso. Non riesco a pensare di fare altro e credo di non poter far altro. Non voglio essere troppo drastica, ma ogni mia emozione e ogni momento della mia vita si fonda su questo. Ci sono stati momenti in cui non ho creduto in me stessa, ma ho sempre creduto nella mia arte e questo mi ha aiutato molto.

  • -Marianna Pacelli

LAVORO

-Nel tuo lavoro, da cosa prendi ispirazione?
Parlando di ispirazione, come ho già detto, mi baso sul fattore relazionale tra ciò che mi circonda e ciò che sento in pancia.

-Ci racconteresti il tuo processo per arrivare a un’opera conclusa: parti da un concept, fai della ricerca specifica, o ti lasci trasportare dalle tue sensazioni?
Credo sia molto importa per ogni lavoro avere un processo creativo e saper confrontare le diverse opzioni. Quindi sì, spesso lavoro partendo da dei concetti per riuscire a estrapolare la mia idee attraverso un progetto. Altre volte mi lascio trasportare da quello che vorrei rappresentare in base a ciò di cui voglio parlare… ma, comunque, mi accorgo che c’è sempre un concerto di base dietro.
Le idee arrivano così…

  • -Marianna Pacelli

-I social sono ormai la piattaforma ideale per un artista emergente per pubblicare i propri lavoro ed essere conosciuti; tu come vivi questa dimensione, e soprattutto, quanto la reputi importante per il tuo lavoro?
I social sono molto importanti per questo lavoro. Attraverso i social ogni arista mostra il suo metodo di lavoro, il proprio portfolio, gli eventi che organizza e riceve dei feedback o delle commissioni direttamente da internet. Instagram è il social dell’immagine e noi lavoriamo con le immagini tutti i giorni. Non credo che i social abbiamo migliorato il modo di vivere delle persone, ma sicuramente c’è una visibilità e una comunicazione più ampia e veloce.

-Se sei a Milano, come influisce su di te questa città? Il luogo in cui ti trovi ha un’influenza su di te e sulla tua opera?
Non abito più a Milano, ma credo che sia molto importante il posto in cui si vive. Ogni cosa che mi circonda mi influenza e di conseguenza influenza la mia opera.

  • -Marianna Pacelli

-Cosa vuoi esprimere con le tue opere? qual è il loro fine ultimo?
Mi piacerebbe che nelle mie illustrazioni si percepisca l’empatia, il romanticismo, la fluidità e spontaneità dei gesti e dei segni. Spero che il pubblico veda me stessa in ogni mia opera e che riesca a percepire le sensazioni che si provano a fare ciò che faccio. Se ci sono riuscita ho già raggiunto un obiettivo importante.

  • -Marianna Pacelli

OBBIETTIVI

-I tuoi prossimi obbiettivi, progetti
Il mio prossimo obiettivo è terminare l’ultimo anno di accademia senza smettere di imparare e così di conseguenza dedicare più tempo a progetti futuri. Attualmente sto cercando anche di entrare più in profondità in questo mondo in cui mi sento una briciola.

-Marianna Pacelli

-Come e dove ti vedi tra cinque anni?
Fra cinque anni? Non riesco ad immaginarlo… ma spero di poter lavorare nel mio settore, di esporre, illustrare albi per bambini e ragazzi e di avere uno studio pieno di miei lavori.
Non mi auguro altro, sarebbe già fantastico!

-Marianna Pacelli

-Infine, ci indicheresti tre giovani artisti che come te si differenziano dagli altri?
Citerò principalmente due ragazzi, perché appartengo a due momenti diversi della mia vita, ma entrambi mi hanno dato molto:
Martina Rota, anche lei ha terminato il triennio a Brera, lavora attraverso istallazioni e si esprime con la performance. Martina ha la grande capacità di trasmettere tanto con poco, tenendo lo spettatore completamente coinvolto nella sua arte, avendo una sensibilità che pochi hanno. Ama quello che fa perché lei è quello che fa.
Gabriele Sanzo, illustratore e pittore che sta finendo il suo percorso all’Accademia di Cuneo. Le sue illustrazioni lo rappresentano a pieno, riesce a rappresentare un pensiero con delle semplici linee di china su un foglio bianco, sa raccontare poesie solo con alcuni tratti e sa cogliere i tratti più rilevanti di una persona dandogli molteplici emozioni, giocando tanto anche sull’ironia e auto-ironia. Un suo fantastico libro si chiama “Fiori” ed è l’autoritratto che lo identifica.

 


Grazie a Marianna per aver risposto, potete trovarla su INSTAGRAM e FACEBOOK.