Giorgio Galgano

Gugolove

Giorgio Galgano, detto Gugol, è impegnatissimo: lavora, suona in due band, corre, arrampica, e si tiene aggiornato sulle ultime tendenze. E poi? Crea anche le sue illustrazioni grafiche, con cui comunica il suo mondo interiore.

 

PARLAMI DI TE

-Allora, raccontaci un po’ da dove vieni, chi sei?

sono GuGol e vengo da un paesino a metá strada tra Bergamo e Milano.

-Quanti anni hai? Ti rispecchi in questo numero o ti senti di una differente età?

23, e mi ci trovo bene per ora.

Yesterday the sky was beautiful, too bad you were busy feeling sorry for yourself. Now it’s gone .
Giorgio Galgano
Yesterday the sky was beautiful, too bad you were busy feeling sorry for yourself. Now it’s gone .

-Se dovessi usare solo tre parole per descriverti, quali useresti, e come mai?

Browser, cerco e trovo in tutto quello che mi circonda. Animato, perchè sono rumoroso, iperattivo, oratore, e adoro i cartoni. Equilibrista, vivo cercando di far convivere alla meglio tutte le sfere dell’essere umano, sia interne che esterne.

-Cosa fai nella vita?

Faccio parte di una realtà lavorativa alternativa ai metodi obsoleti contemporanei chiamata Infinite Officine, più in generale sono grafico/illustratore free-lance, occasionalmente modello e direttore artistico.

E stai un pò zitto, che con la bocca aperta anneghi
Giorgio Galgano
E stai un pò zitto, che con la bocca aperta anneghi

INTERESSI

-Parliamo un po’ di interessi personali, qual è il tuo genere musicale preferito?

La mia culla della vita è stato qualcosa di simile al punk, dopodiché non mi sono più fermato, di conseguenza non so specificare un genere.

-C’è un film che secondo te tutti dovrebbero vedere?

Brisby e il segreto del NIHM.

“Lo sai cos’hai fatto”
Non è mai vero.
Giorgio Galgano
“Lo sai cos’hai fatto” Non è mai vero.

-Che tipo di arte preferisci? (da andare a vedere, fotografia, pittura, antica moderna contemporanea etc.) C’è un artista contemporaneo che consideri assoluto?

1 Vorrei ci fossero più mostre di grafica e arte digitale.
2 Pendleton Ward.

-Hai interessi al di fuori del mondo artistico?

Suono in due gruppi musicali, corro con Veloce, mi arrampico, faccio serigrafia, mi interesso delle tendenze estetiche contemporanee.

I tuoi abbracci erano la colla che teneva insieme i pezzi.
Giorgio Galgano
I tuoi abbracci erano la colla che teneva insieme i pezzi.

ARTE

-Parlando della tua passione per l’arte, ci sarà stato un evento scatenante o un qualcosa che ti ha portato ad avvicinarti, e a scegliere questo tipo di carriera; ti ricordi il momento in cui hai iniziato ad approcciarti con la tua forma artistica?

1) L’ evento scatenante è stato quando a 15 anni ho scoperto l’operato di Luca Lugosis, mi sono innamorato della sua arte, di quel periodo ora non si trova più nulla in giro; ho iniziato una gara nella mia mente con lui, in cui dovevo mantenere il passo per arrivarci, questo mi ha aiutato a non mollare mai. 2) Se parliamo dell’artista che sono ora, il momento è stato tra la quarta e la quinta liceo, quando ho iniziato ad approcciarmi ad alcuni studi sulla psicologia delle emozioni.

-Cosa ti ha colpito così tanto da farla diventare il tuo principale metodo di espressione?

Funzionava, le persone ci si rispecchiavano e io mi divertivo.

Incontro numero uno: il ragno
Giorgio Galgano
Incontro numero uno: il ragno

-C’è qualcosa da cui prendi ispirazione per i tuoi progetti artistici non lavorativi?

Non di specifico, mi lascio molto influenzare soprattutto dai testi musicali che leggo con attenzione, più spesso scrivo io stesso degli aforismi o giochi di parole che diventano immagine. La parola è sempre molto importante.

-Quale artista usi come modello di riferimento?

In passato era Lugosis, ora, mi piacerebbe un giorno arrivare ai livelli di Hayao Miyazaki

my project
my project “scheletri”

-Hai fatto un percorso all’accademia di belle arti; come descriveresti questo viaggio, come ti sei trovato? Immaginiamo che questo percorso ti abbia lasciato qualcosa, degli strumenti di lavoro che utilizzi o delle influenze particolari.

È stato veloce, indolore, ci sono state poche cose durante gli anni di frequentazione dell’accademia che mi hanno colpito, ma queste poche cose lo hanno fatto forte. Ho capito cosa vuol dire Arte e sono cresciuto molto, ho imparato a strutturare progetti complessi dall’inizio alla fine.

-Per cosa sei conosciuto?

Boh, penso Rngboi e gli Age of the Egg.

Mi butto nella spazzatura, ma almeno scelgo i cestini belli.
Giorgio Galgano

Mi butto nella spazzatura, ma almeno scelgo i cestini belli.

-Perché fai quello che fai?

Perchè voglio parlare attraverso le immagini, insegnare alle persone a comunicare senza paura.

 

LAVORO

-Nel tuo lavoro, da cosa prendi ispirazione?

Varia sempre dal periodo in cui sono.

Haven’t done something like this in a while...
Thoughts? .
Giorgio Galgano
Haven’t done something like this in a while…Thoughts? .

-Ci racconteresti il tuo processo per arrivare a un’opera conclusa: parti da un concept, fai della ricerca specifica, o ti lasci trasportare dalle tue sensazioni?

Mi muovo sfruttando tutte e tre le categorie indicate sopra, più spesso parto da un concept che secondo me è molto forte e fa passare un messaggio, dopodichè mi muovo a sensazione. Spesso esaspero le mie espressioni facciali per arrivare a sentire quello che voglio disegnare.

-I social sono ormai la piattaforma ideale per un artista emergente per pubblicare i propri lavoro ed essere conosciuti; tu come vivi questa dimensione, e soprattutto, quanto la reputi importante per il tuo lavoro?

Vorrei che le alternative ai social fossero meno elitarie, così tutti li useremmo meno, almeno noi artisti. Alla fine sì, li devo sfruttare e se qualcuno sa chi sono è proprio grazie a questi, ma in futuro spero di non doverne dipendere.

Dura una frazione di secondo,Uscire da una porta per entrare in un’altra,Eppure
resta l’esperienza più brutta che il mio fragile corpo conosca. 
Giorgio Galgano

Dura una frazione di secondo, Uscire da una porta per entrare in un’altra, Eppure resta l’esperienza più brutta che il mio fragile corpo conosca.

-Se sei a Milano, come influisce su di te questa città? Il luogo in cui ti trovi ha un’influenza su di te e sulla tua opera?

Molto, a Milano sono più oscuro credo, ma anche più attivo.

-Cosa vuoi esprimere con le tue opere? Qual è il loro fine ultimo?

Traumi, le contraddizioni del genere umano, la potenza delle emozioni, la comunicazione libera come alternativa alle incomprensioni che ci dominano.

OBBIETTIVI

-I tuoi prossimi obbiettivi, progetti?

Top secret.

-Come e dove ti vedi tra cinque anni?

Come il cielo della Francia o sul bosco verticale. Stronzate apparte, con un team di collaboratori folto, in grado di portare a termine progetti sempre più grossi, tipo Ai Weiwei.

-Infine, ci indicheresti tre giovani artisti, magari appena usciti da una scuola di Milano, che come te si differenziano dagli altri?

Vincenzo Cardona, Giacomo Agnello Modica, Giorgia Andreazza.

 


Grazie a Giorgio per l’intervista, se volete scoprire i suoi progetti top secret ecco i suoi account INSTAGRAM e FACEBOOK.