Giulia Ambrosi

Sensibile, contraddittoria, laboriosa.

Giulia non ha ancora trovato un posto da chiamare casa, forse per questo lascia un segno in ogni lavoro che fa: per sentirsi parte di qualcosa.

E’ una giovane artista che cerca il suo posto nella società e una strada da intraprendere, molto critica nei suoi stessi confronti, come tutti coloro che cercano di diventare sempre la versione migliore di se.

Disorientamento
Giulia Ambrosi
Disorientamento

 

PARLAMI DI TE

-Allora, raccontaci un po’ da dove vieni, chi sei?

Mi chiamo Giulia Ambrosi, vengo da un paesello sperduto nella provincia di Bergamo ma sono nata a Cremona. Nel corso degli anni mi sono trasferita numerose volte ma nonostante ciò ancora non ho trovato un vero e proprio luogo di appartenenza, anche se ovunque vada lascio sempre una parte di me.

Aula 22
Giulia Ambrosi
Aula 22

-Quanti anni hai? Ti rispecchi in questo numero o ti senti di una differente età?

Ho 22 anni, a volte mi sento molto più matura e responsabile dei miei coetanei, anzi si credo proprio di esserlo, a volte invece certe mie attitudini potrebbero dimostrare l’esatto contrario… Quindi direi che no,non mi sento rispecchiata in alcun numero, sono e basta.

-Se dovessi usare solo tre parole per descriverti, quali useresti, e come mai?

Sensibile, contraddittoria e laboriosa. Uso questi tre aggettivi perché negli ultimi tempi sono quelli che mi descrivono meglio. Credo la mia visione del mondo mi porti a soffrire ma allo stesso tempo questa sensibilità che ho per ciò che mi circonda è in grado di farmi aprire gli occhi, cogliere la bellezza e una serie di sensazioni che molto spesso le persone ignorano. A livello lavorativo e accademico sono sempre stata una persona disposta a mettersi in gioco, probabilmente fatico il doppio del dovuto per riuscire ad ottenere dei risultati soddisfacenti per me stessa ma lo faccio con passione, nonostante tutto mi fa sentire bene.

  • scatola stampata a secco/rilievo per il mio progetto "La silente"-Giulia Ambrosi

-Cosa fai nella vita?

Nella vita di tutti i giorni mi lamento spesso, sono molto critica, a volte dura con me stessa ma a parte questo cerco di diventare la versione migliore di me, è un lavoro introspettivo che richiede energie e tempo. Attualmente sto preparando la tesi, il che mi ha causato parecchia ansia da prestazioni future,infatti sto anche lavorando come cameriera per mettere da parte un po’ di soldi mentre cerco di capire quale strada prendere.

INTERESSI

-Parliamo un po’ di interessi personali, qual è il tuo genere musicale preferito? C’è un film che secondo te tutti dovrebbero vedere?

Non ho un genere preferito, ho una band preferita che non mi stancherò mai di ascoltare che sono i Tame Impala ma comunque ascolto anche elettronica, indie, pop, alternative rock e chi più ne ha più ne metta,sono abbastanza aperta in questo senso. Purtroppo la mia cultura cinematografica è ridotta e dovrei assolutamente rimediare, mi dispiace ma al momento non riesco a pensare a nessun film, l’ultimo che ho rivisto per la quarta volta con mia sorella è “the cat in the hat” e non so neanche perché.

  • dettaglio del mio primo libro cucito a mano "La Silente"-Giulia Ambrosi

-Che tipo di arte preferisci? (da andare a vedere, fotografia, pittura, antica moderna contemporanea etc.) C’è un artista contemporaneo che consideri assoluto?

Direi che ogni tipo di arte valga la pena di essere vista, che sia pittura o fotografia. Ho seguito un corso di arte moderna al triennio con una professoressa bravissima che è riuscita a farmi apprezzare più di quanto già non facessi l’arte Barocca ad esempio quindi parliamo di Rembrandt, Caravaggio, de la Tour, Vermeer, Bernini… Studiando Grafica d’arte poi ho imparato ad apprezzare ulteriori artisti conosciuti come pittori ma che alle loro spalle hanno anche una produzione incisoria non da poco come Picasso, Goya e Munch ad
esempio. Potrei continuare citando numerosi movimenti che apprezzo particolarmente come l’Espressionismo e il Futurismo… Ma non voglio dilungarmi troppo.Non riesco a fare preferenze soprattutto nel panorama contemporaneo così ampio.

-Hai interessi al di fuori del mondo artistico?

Mi piacciono le cose che piacciono a tutti del resto.

ARTE

Memoria di ciò che resta .
Giulia Ambrosio
Memoria di ciò che resta .

-Parlando della tua passione per l’arte, ci sarà stato un evento scatenante o un qualcosa che ti ha portato ad avvicinarti, e a scegliere questo tipo di carriera; ti ricordi il momento in cui hai iniziato ad approcciarti con la tua forma artistica? cosa ti ha colpito così tanto da farla diventare il tuo principale metodo di espressione?

Ricordo che mi piaceva molto disegnare, spesso lo facevo con le mie amiche, sembrava fossi portata e di conseguenza ho continuato a fare quello che mi piaceva. Non che fossero grandi cose, alla fine si trattava di ritratti o di tentativi più fantastici. La scelta dell’Accademia è stata molto casuale. Finite le medie mio padre non voleva facessi l’artistico allora optai per lo scientifico, ero bravina ma comunque tutto ciò mi portò all’esasperazione e finii per andare a Brera dopo la maturità. Ricordo che seguivo un corso di pittura pomeridiano alle superiori e il Prof. di Arte mi spronò a seguire quella direzione, mi ha aiutato moltissimo.

-C’è qualcosa da cui prendi ispirazione per i tuoi progetti artistici non lavorativi?

L’ispirazione viene quando meno te lo aspetti basta tenere gli occhi aperti, se un qualcosa ti sembra importante e vuoi comunicare il suo valore, anche se può apparire banale, prendi e vai. L’idea di spremere troppo le meningi per cercare di creare un qualcosa a lungo andare diventa esasperante, meglio non interrogarsi troppo sul senso delle cose e agire.

  • seconda versione de "La Silente" realizzata in gumprint-Giulia Ambrosi

-Quale artista usi come modello di riferimento?

Ci sono tantissimi artisti che riescono ad ispirarmi e alcuni sono quelli da me citati più sopra, mi piace anche scoprirne di nuovi e non parlo solo di incisori, ma anche di fotografi o tatuatori ad esempio.

-Hai fatto un percorso all’accademia di belle arti; come descriveresti questo viaggio, come ti sei trovato?Immaginiamo che questo percorso ti abbia lasciato qualcosa, degli strumenti di lavoro che utilizzi o delleinfluenze particolari.

Sono stati tre anni lunghissimi eppure sono già al termine. Sono entrata a Brera senza neanche sapere che cosa stessi facendo ma ho conosciuto professori che mi hanno aperto dei veri e propri mondi (altri un po’ meno ma si sa com’è la storia). Mi sono messa all’opera e ho appreso un sacco di tecniche a me sconosciute ma oltre a questo ritengo che l’ambiente di Brera sia stimolante grazie alle persone che incontri sul tuo cammino, la condivisione tra studenti per me è estremamente importante per comprendere al meglio il proprio lavoro.

  • -Giulia Ambrosi

-Per cosa sei conosciuta?

Non credo di essere conosciuta per qualcosa. Se riguardo i miei lavori non vedo un vero e proprio filone logico, ho sempre e solo fatto quello che trovavo interessante. Diciamo che quando mi fisso con una certa cosa la porto avanti per un po’, per esempio tutti (tutti quelli che mi conoscono a livello artistico) sanno che ho portato avanti un progetto sulle cellule e poi uno su Pompei.

-Perché fai quello che fai?

Lo faccio per soddisfazione personale, per lasciare un segno, per sentirmi parte di qualcosa e a volte per non perdere troppo la testa.

Imponente e maestosa, finestra sul mondo
Giulia Ambrosi
Imponente e maestosa, finestra sul mondo

LAVORO

-Nel tuo lavoro, da cosa prendi ispirazione?

In primis la natura: è il punto di partenza per ogni cosa. In secondo luogo dalle opere di chi è venuto prima di noi, c’è sempre da imparare.

-Ci racconteresti il tuo processo per arrivare a un’opera conclusa: parti da un concept, fai della ricerca specifica, o ti lasci trasportare dalle tue sensazioni?

Entrambe le cose, a volte mi lascio trasportare di più, a volte ho bisogno di razionalizzare ed è poi in corso d’opera che si trovano le soluzioni. Se ho un punto di partenza è più facile ovviamente, che sia un oggetto o un tema da sviluppare. Inutile dire che soffro di panico da foglio bianco.

  • a little yellow never killed nobody-Giulia Ambrosi

-I social sono ormai la piattaforma ideale per un artista emergente per pubblicare i propri lavoro ed essere conosciuti; tu come vivi questa dimensione, e soprattutto, quanto la reputi importante per il tuo lavoro?

Amore e odio per i social, l’approvazione digitale è importante ma non è tutto. Inoltre per poter utilizzare un mezzo del genere a fini veramente divulgativi bisogna essere bravi a cavalcare la cresta dell’onda mantenendo l’attenzione alta. Parlando di Instagram, lo vedo come un ulteriore spazio per dialogare con me stessa ma è una comunicazione che rendo visibile a tutti. Non ho paura di scoprirmi e lo faccio sinceramente. Un aspetto negativo è l’assenza di fisicità che l’opera d’arte a mio parere richiede sempre e in ogni caso, a maggior ragione se si parla di stampa d’arte, il cui processo di realizzazione assai fisico è di vitale importanza.

-Se sei a Milano, come influisce su di te questa città? Il luogo in cui ti trovi ha un’influenza su di te e sulla tua opera?

Milano è assai complessa e assolutamente da scoprire, è meglio starne alla larga ma tornare fa sempre bene, almeno per quel che mi riguarda. Milano per me è assolutamente Brera, nel senso che quella è la realtà che più ho vissuto. Non credo che Milano in sé sia per me un’influenza, ma lo è l’ambiente dell’Accademia e le persone che ci stanno all’interno e queste persone hanno un’influenza positiva su di me, ne consegue che io sia in grado di trarne buone opere o almeno ci provo.

  • -Giulia Ambrosi

-Cosa vuoi esprimere con le tue opere? Qual è il loro fine ultimo?

Non so se questo possa essere sbagliato, a volte credo di non aver nulla da dire, di conseguenza mi aggrappo alle sensazioni e alle impressioni. Non ho un messaggio di denuncia o una tematica ben definita.Sono solo io, quello che vivo e vedo, trasposto su un foglio di carta e cerco sempre di farlo attraverso un’estetica che appaghi l’occhio. Per ora mi va bene così, un giorno forse sentirò la necessità di esprimere altro e di farlo in grande.

OBBIETTIVI

"Mitosis" 2018
Giulia Ambrosio
“Mitosis” 2018

-I tuoi prossimi obbiettivi, progetti?

Sicuramente laurearmi e fare un po’ di chiarezza per il mio futuro. Di progetti al momento ne ho solamente uno in sospeso e ha a che fare con Milano Book City.

-Come e dove ti vedi tra cinque anni?

Spero altrove, in salute e con qualche punto di riferimento in più. Non mi piace pensare troppo al futuro, mi mette ansia.

  • Senza Titolo, 2018 Xilography 50x52cm -Giulia Ambrosi

-Infine, ci indicheresti tre giovani artisti, magari appena usciti da una scuola di Milano, che come te si differenziano dagli altri?

Mi sento di citare Alvise Pi, Francesca Brio e Maripina Cappelletti

 


Ringraziamo Giulia per aver risposto alle nostre domande, per continuare a seguirla, qui i suoi account INSTAGRAM e FACEBOOK.