Dana Bordoli

La Soggettività della linea

L’Arte per Dana Bordoli, studentessa di pittura dell’Accademia di Brera, è un mezzo per raccontare silenziosamente se stessa. La tavolozza sintetica e cupa, la predilezione verso linee di disegno istintive e l’inserimento di materiali eterogenei come pezzi di giornale, fanno delle sue opere dei racconti, delle traduzioni del mondo, lette tramite il suo peculiare sguardo e perdono così qualsiasi volontà classificatoria, per darsi alla completa soggettività.

 

PRESENTAZIONE

-Allora… raccontaci un po’ da dove vieni, chi sei, quanti anni hai?

Salve a tutti, sono Dana Bordoli ho 21 anni e vivo a Lugano in Svizzera.

 

Dana Bordoli, 2021

 

-Di cosa ti occupi?

Attualmente sto frequentando il triennio di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera.

 

INTERESSI

-Ti piace la musica? Hai un cantante, gruppo preferito?

Amo la musica, per me è estremamente importante e la ascolto in ogni momento della mia giornata. Ne apprezzo qualsiasi genere, ma al momento gradisco particolarmente la musica folk. Il mio gruppo preferito sono gli Eluveitie, una band folk metal proveniente dalla Svizzera. Quando ascolto i loro brani mi sento particolarmente vicina al mio luogo di origine.

 

Dana Bordoli, 2021

 

-Un film che secondo te tutti dovrebbero vedere?

Un film che per me è sempre stato una forte fonte di ispirazione è Dracula di Bram Stoker diretto da Francis Ford Coppola. Ne apprezzo soprattutto le atmosfere cupe e la colonna sonora.

 

-Qual è la forma d’arte che preferisci? (da andare a vedere/ a cui assistere: fotografia, pittura, scultura, performance, ecc..) C’è un artista contemporaneo che consideri assoluto o che sia una fonte d’ispirazione?

Le forme d’arte alle quali preferisco di più assistere sono senza dubbio la pittura e la musica. La pittura poiché è quella più vicina al mio percorso accademico e mi dà sempre nuovi spunti per i miei lavori futuri. La musica invece perché è quella che riesce a provocare in me emozioni più forti.

 

Dana Bordoli, 2021

 

-C’è un momento della giornata che ti piace particolarmente?

Amo la mattina presto e la sera sul tardi. Sono i momenti nei quali posso finalmente restare sola con i miei pensieri e concentrami su ciò che mi piace di più fare.

 

LAVORO

-Come nasce il tuo interesse per la ricerca artistica?

Fin da piccola mi sono subito appassionata all’arte. Vedevo mia mamma fare dei piccoli disegni a penna su dei semplici fogli di carta e volevo imparare a farli anche io. Con il tempo poi ho avuto la possibilità di proseguire i miei studi artistici e la mia passione è cresciuta sempre di più, soprattutto grazie allo studio di diverse culture e periodi artistici.

 

Dana Bordoli, 2021

 

-Da dove ti è venuta l’idea e come ci sei arrivata?

Sentivo di dover esprimere tutte le emozioni che provavo in un modo che fosse solo mio e che potesse rispecchiare anche la mia personalità e il mio modo di vedere il mondo. Attraverso l’arte posso mostrarmi a gli altri senza dovermi esporre troppo, ed è questo che apprezzo particolarmente di essa.

 

-Un’emozione che sapresti nominare mentre lavori?

Mentre lavoro mi sento molto calma. Per me dipingere è come una meditazione.

 

Dana Bordoli, 2020

 

-Che cosa sentivi necessario: fare qualcosa di diverso, oppure andare oltre? Avevi un’idea chiara di quello che bisognava fare?

Durante il liceo mi limitavo a copiare ciò che vedevo attorno a me, il mio unico scopo era quello di diventare brava. Dall’inizio del mio percorso accademico invece il mio lavoro è diventato molto più profondo, sentivo davvero la necessità di creare un mio stile personale che mi rendesse riconoscibile e che potesse esprimere al meglio i messaggi che volevo portare con la mia arte.

 

 

Dana Bordoli, 2020

 

-Prima di cominciare a lavorare hai già chiara l’idea di come sarà il tuo lavoro?

Non si può definire proprio un’idea chiara. Prima di iniziare a lavorare mi esercito realizzando schizzi a penna o guardando vecchie fotografie, della mia famiglia e non. Poi l’ispirazione viene da sola.

 

– Oppure è quando cominci che hai un’idea di quello che farai?

Mi lascio sempre ispirare dal mio lavoro, mi piace lasciarmi sorprendere da esso.

 

Dana Bordoli, 2020

 

-Che ruolo svolgono i titoli per te? E quando li assegni? Di solito i titoli vengono prima o dopo che hai finito il tuo lavoro?

Non mi piace dare dei titoli ai miei lavori, o almeno non per il momento. Non ne sento la necessità, e non vorrei che questi influenzino troppo la visione del mio lavoro a chi lo osserva per la prima volta.

 

Dana Bordoli, 2020

 

-Quale sarebbe il loro significato?

I titoli possono avere diversi significati. Possono servire ad indirizzare chi osserva verso il vero senso dell’opera, oppure possono essere in contrasto con essa e farci riflettere.

 

-Quand’è che senti che un lavoro è finito?

Solitamente lascio da parte il mio lavoro per un paio di giorni, se guardandolo di nuovo non sento la necessità di continuarlo significa che è finito.

 

 

Dana Bordoli, 2020

 

-Ti capita di doverti fermare mentre stai lavorando, perché non hai in casa il tipo di pezzo o di materiale che ti serve, e di dover aspettare finchè non lo trovi?

Mai. Prima di iniziare a dipingere devo essere certa di avere tutti i materiali dei quali ho bisogno. Odio non poter continuare a lavorare quando ne sento il forte bisogno e mi sento particolarmente ispirata.

 

-Quale lavoro secondo te funziona di più rispetto agli altri?

Personalmente trovo funzionino di più i lavori realizzati senza pensarci troppo, quelli fatti di getto. Sono quelli che ritengo più liberi ed espressivi.

 

Dana Bordoli, 2020

 

-Raccontaci come nasce un tuo lavoro. Parti da un’idea, una sensazione o che altro?

Il mio lavoro nasce dall’unione di diversi miei interessi. Sono particolarmente appassionata di storia, soprattutto se si tratta dei periodi dell’Ottocento e della prima metà del Novecento. Inoltre apprezzo particolarmente la fotografia, il cinema e l’illustrazione. Amo i soggetti macabri che riescono a provocare forti reazioni ed emozioni.

 

-Hai fatto un percorso all’accademia di Belle Arti; come descriveresti questo viaggio, come ti sei trovata? Immaginiamo che questo percorso ti abbia lasciato qualcosa, degli strumenti di lavoro che utilizzi o delle influenze particolari.

Il mio percorso non è ancora completo, ma sento già di essere cambiata molto grazie all’accademia. I miei compagni, i miei amici e gli insegnanti mi hanno ispirata ad approfondire nuovi argomenti e nuovi soggetti. Ora non do più nulla per scontato, e sono sempre alla ricerca di nuove tematiche da approfondire per evolvere il mio lavoro artistico.

 

-Qual è il tuo lavoro che finora è stato più apprezzato? E quale quello che tu preferisci?

Credo che i miei lavori più apprezzati siano quelli a penna. I miei lavori preferiti invece continuano a variare. A volte un lavoro mi soddisfa ed altre volte invece non mi piace più.

 

INTERAZIONE CON IL MONDO ESTERNO

-I social sono ormai una piattaforma indispensabile per pubblicare i propri lavori ed essere conosciuti; tu come vivi questa dimensione, e soprattutto, quanto la reputi importante per ciò che fai?

Io personalmente non do molta importanza ai social, ma ritengo che siano estremamente utili per far conoscere il proprio lavoro a molte persone. Io li uso soprattutto per trovare nuove ispirazioni o per conoscere nuove persone che lavorano nel mondo dell’arte.

 

Dana Bordoli, 2021

 

-Sei stato a Milano, come ha influito su di te questa città? Il luogo in cui ti trovi ha un’influenza su di te e su ciò che produci?

Milano ha influito molto sul mio modo di pensare. Ho sempre vissuto in una nazione dove tutto è programmato e preciso ed a Milano ho imparato ad essere molto più flessibile ed a non dare tutto per scontato.

 

-Quali sono i tuoi prossimi obbiettivi e progetti?

In futuro mi piacerebbe poter viaggiare, incontrare nuove culture e magari far conoscere a molte persone il mio lavoro. Mi piacerebbe anche poter realizzare delle illustrazioni per dei libri.

 

-Quali sono i progetti che non sei ancora riuscito a realizzare?

Purtroppo a causa del mio carattere piuttosto riservato non sono ancora riuscita a mostrare il mio lavoro ad altre persone al di fuori dell’accademia. Mi piacerebbe poter iniziare a farmi conoscere di più all’interno del mondo dell’arte.

 

-Cosa significa per te essere artisti oggi?

Per me essere artisti oggi significa saper aprire la mente delle persone, farle uscire dalla loro comfort zone e spingerle ad essere più aperte a nuovi concetti, portandole anche ad un confronto.

 

Dana Bordoli, 2021

 

-Infine, ci indicheresti tre giovani artisti che stimi ed ammiri di Milano?

Alcuni giovani artisti dei quali apprezzo moltissimo i lavori sono Martina Cinotti, Elio Guazzo e Debora Cicconetti.

 


Ringraziamo Dana per aver risposto alle nostre domande, continuate a seguirla dal suo profilo Instagram

 

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